Quest’anno DICE, in collaborazione con l’EA, ha voluto presentare sul mercato un Battlefield leggermente differente dal passato, che contrastasse un po’ con le scelte del resto del mercato. Infatti, sebbene il suo rivale, Call Of Duty si sia spinto verso un tema futuristico, con Battlefield 1 Electronic Arts ha voluto ripercorrere la storia andando a proporre un’ambientazione quasi inusuale per un FPS: la Prima Guerra Mondiale. Pochi sono infatti i titoli che possiamo trovare all’interno del mercato videoludico, ad aver il medesimo setting (tra questi, però, vogliamo ricordare Verdun). DICE ha dunque voluto rischiare e pare proprio che abbia colpito nel segno: sono davvero moltissimi gli utenti soddisfatti del titolo, sia per la campagna immersiva, sia per la grafica esaltante.

La storia di uno, la storia di tutti

Sembra che, a differenza dei suoi precedenti lavori, il team di sviluppo abbia scelto di realizzare la campagna non come un’unica storia, ma come un insieme di tanti diversi racconti che vogliono sottolineare l’importanza degli uomini dietro la Guerra. Secondo DICE questa sarebbe stata la migliore tra le ipotesi: non avrebbe avuto molto senso dare vita ad un solo soldato che si spostasse tra i fronti italiani, poi arabi o tedeschi. Invece, quello di realizzare più protagonisti ha lasciato la possibilità di dare vita a molte storie con diversi personaggi, diverse ambientazioni, diversi contesti, ma tutti riuniti sotto una sola grande guerra, la “Guerra che doveva mettere fine a tutte le guerre”.
Il single-player, sebbene davvero molto breve, riesce ad essere completamente suggestivo e immersivo, appassionante e ricco di pathos. Attraverso le immagini e i filmati si riesce a scoprire non solo la mera storia della guerra, ma anche ciò che gli uomini provarono durante tale conflitto. Sembra infatti che, più dei fatti storici, il team si sia concentrato sulle emozioni della guerra, sugli uomini dietro le armi e sembra che ci sia davvero riuscita. Sin dall’inizio infatti veniamo catapultati nel vivo della narrazione impersonando un soldato che si “sveglia” in mezzo alla guerra, con in mano un fucile, sperso e impaurito in mezzo a spari, bombe e sangue.

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La prima storia è forse quella che colpisce di più, quella che ci rende consci di cosa davvero fosse la guerra, di cosa abbia portato e di cosa abbia fatto ai soldati. Durante i primi scontri infatti, scopriremo nostro malgrado che non ci sarà modo di salvarsi: per quanto riusciremo a combattere e a resistere, alla fine la guerra ci porterà via. Terminata questa prima parte introduttiva ecco che ci appare davanti una mappa, all’interno della quale potremo selezionare, nell’ordine che preferiamo, una storia. Ognuna di queste “Storie di Guerra”, formata da 2 fino a 4/5 missioni, ci racconterà una vicenda differente; una volta impersoneremo un pilota di aerei, un’altra un soldato italiano alla ricerca di un connazionale, un’altra una donna araba. Come già accennato, ogni vicenda è totalmente immersiva, sia per la bellezza delle immagini che sembrano essere quasi delle fotografie dei paesaggi reali, sia per la potente narrazione che riesce ad emozionare in ogni suo dettaglio.
Purtroppo però, una nota negativa è la durata complessiva; il single-player, se proprio non contate di trovare ogni singolo oggetto collezionabile, è davvero molto molto corta, ma da un titolo che si propone come un multiplayer online, ovviamente non potevamo pensare che questa fosse la feature principale.

Vecchia ambientazione, ma nuovo Battlefield

Ovviamente Battlefield 1 vuole, come al solito, concentrarsi sul multiplayer online che è il fulcro del gioco stesso. Diversamente dai titoli precedenti però il titolo riesce bene laddove si allontana dal classico FPS mira e spara. Infatti, sebbene i titoli precedenti fossero più adatti a player frenetici e si adattassero bene anche a modalità come deathmatch e dominio, sembra che invece in questo nuovo Battlefield tali modalità siano solo di contorno, lasciate lì per accontentare un po’ tutto il pubblico, ma in verità le armi e le ambientazioni non si offrono bene per questo tipo di gameplay. Dove invece Battlefield 1 riesce a stupire è nella Conquista: qui le mappe sono adeguatamente grandi, ricche di veicoli, aerei e terrestri, di grandi spazi aperti e di aree più riparate. Insomma, tutto il giusto materiale che serve alla buona riuscita di una Conquista adeguata in tutto e per tutto. Ovviamente anche la classica modalità Corsa non è da scartare. Anche qui le mappe, i veicoli e le armi si adattano molto bene.

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Forse, proprio per questo motivo, l’interessante novità introdotta dal team di sviluppo, riesce a conquistare gran parte del pubblico: stiamo parlando della nuova modalità online denominata Operazioni. Nel complesso questa novità è una sorta di Rush: abbiamo un team che attacca e uno che difende, ma anziché armare gli obiettivi dovremo conquistarli, e come nella Conquista, mantenerli liberando la zona e poi procedere verso i successivi. Davvero una modalità interessante e impegnativa che vi terrà con gli occhi incollati sullo schermo.
Un’altra opzione introdotta è “Piccioni di guerra”, una sorta di conquista la bandiera, in cui dovrete recuperare il piccione viaggiatore e farlo volare indenne al fine di consegnare il messaggio; nulla di troppo innovativo, ma comunque una modalità simpatica per tenere allenata la mira.

In generale le mappe sono comunque ben strutturate e offrono la possibilità di essere giocate con ogni classe e con ogni strategia, cercando di incentivare il gioco di squadra. Come negli altri capitoli comunque avrete sempre la possibilità di scegliere tra quattro differenti classi: assaltatore, medico, mitragliere e cecchino. Ogni classe ha un loadout differente ed essere sicuri del proprio ruolo è fondamentale! Inoltre ricordiamo che oltre le quattro classi base sono state anche introdotte delle classi nuove, specifiche per i veicoli, con armi e gadget personali. Ognuno ora ha il proprio ruolo, fondamentale per il buon esito della partita.

Tecnicamente ci siamo quasi

Dal punto di vista tecnico questo Battlefield 1 riesce davvero a imporsi in modo positivo, sebbene comunque con qualche bug (e una non perfetta ottimizzazione su PC). Ma andiamo per gradi.
Graficamente non c’è nulla da dire: Battlefield 1 è un titolo mozzafiato. I dettagli delle texture sono estremi; fermarsi a guardare un paesaggio all’interno del gioco suscita lo stesso effetto che fermarsi a osservare lo stesso paesaggio nella realtà; i dettagli sono altissimi e curati alla perfezione; le ombre sono fantastiche e i riflessi sul fango o sull’acqua sono qualcosa di formidabile. È da ammettere che Battlefield 1 è forse il titolo dalla migliore grafica di questo 2016. Ma non solo gli ambienti sono eccezionali: anche le esplosioni, le nuvole di gas e le animazioni sono davvero curate e verosimili. Inoltre, l’eccelsa grafica è accompagnata da un comparto audio adeguato e da una narrazione (nel single-player) favolosa.
Unica nota negativa, a livello grafico, sono i filmati che invece stonano parecchio con la complessità delle scene di gioco; essi infatti, oltre che viaggiare a basso framerate hanno una qualità non adeguata con il resto del titolo.

A livello tecnico non è tutto perfetto però: purtroppo infatti si sente molto una cattiva ottimizzazione, migliorata poi dalla prima patch, che non ha permesso al titolo di essere goduto appieno causando alcuni cali di frame soprattutto nel multiplayer. Quello infatti ad essere maggiormente colpita non è tanto la campagna in singolo, quanto il gioco online; è qui che si vedono i cali più frequenti e fastidiosi, anche se probabilmente potrebbero essere causati più da un malfunzionamento dei server che dal gioco stesso.
Inoltre sono da sottolineare ancora alcuni bug, già riscontrati nella beta, che spesso durante uno scontro risultano parecchio fastidiosi.