Quantum Break – Recensione

Quando si parla di Remedy, per me, è come se si parlasse di Quantic Dream. Le due Software House si sono distinte, in questi anni, per titoli sempre innovativi e qualitativamente validi. Da Max Payne ad Alan Wake, sino ad arrivare a Quantum Break. Il cammino di Remedy non è sempre stato facile. La critica si è divisa, cosi come l’utenza, arrivando a penalizzare ingiustamente produzioni che sarebbero dovute essere premiate. Di contro però c’è lo sviluppo travagliato che le produzioni Remedy hanno subito dopo Max Payne 2.

Alan Wake infatti era stato annunciato come un free roaming, trasformandosi poi in un gioco (e che gioco!) su binari, uscendo parecchi anni dopo il suo annuncio. Anche Quantum Break ha subito modifiche non proprio indifferenti, e si discosta dai precedenti titoli per un’impostazione innovativa sotto qualsiasi punto di vista. Siete pronti?

Il tempo sta finendo

L’inizio di Quantum Break è davvero entusiasmante. Lento, ma inesorabile. Impersoneremo Jack, invitato dall’amico scenziato Paul, ad assistere all’avvio di un’esperimento molto interessante: una macchina del tempo. Come in ogni cliché, qualcosa va storto, e la situazione precipita. Da questo incidente però, entrambi i personaggi otterranno la facoltà di controllare il tempo. E da qui parte tutto il favoloso plot narrativo: da una parte Paul, che avendo visto il futuro, cercherà di instaurare una dittatura; dall’altra Jack, che cercherà in ogni modo di combattere Paul, in un turbine di situazioni mai scontate e colpi di scena continui.

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Se avete amato Alan Wake, la narrativa del primo e del secondo Max Payne e la storia di Life is Strange, Quantum Break farà breccia dentro di voi immediatamente. Sam Lake ha di nuovo fatto centro, e tra le fasi in-game, le cut-scene e le puntate della serie tv collegata, sarete trascinati in un turbine di eventi che lascia letteralmente il segno. No, non vogliamo svelarvi nulla di più, ma sappiate che noi lo abbiamo giocato a “piccoli sorsi”, proprio per goderne appieno ogni anfratto.

In tanti credevano che una simile produzione, su Xbox One, avrebbe avuto dei problemi tecnici non indifferenti, data la natura dell’hardware nei confronti di una certa Playstation 4. Remedy invece ha smentito praticamente tutti. Al di là delle polemiche derivate dalla risoluzione nativa a 720p, il titolo utilizza una particolare tecnica che permette una risoluzione a 1080p. Tale risoluzione è ricavata da quattro frame a 720p e 4xMSAA. Se vi gira la testa con simili dati, in soldoni significa che il titolo è si nativo a 720p, ma la tecnica in questione gli dona un aspetto tecnico superbo paragonabile ad un immagine nativa in Full-HD. E tutto questo senza perdere in qualità o frame-rate. Semplicemente geniale: stenterete a credere ai vostri occhi. Ogni cosa è curata sin nei minimi particolari, dal dettaglio relativo agli oggetti presenti sulle scrivanie, alla resa tecnica dei personaggi principali e secondari. Tutto in Quantum Break è semplicemente spettacolare.

Dal punto di vista del gameplay nudo e crudo, ci troviamo di fronte a battaglie sempre varie e piene di soluzioni diversificate. Lo schema di movimento di Jack ricorda molto Max Payne e Alan Wake, come una sorta di punto comune, ma le soluzioni che quest’ultimo può adottare in battaglia lasciano il giocatore senza parole. Ci ritroveremo a schizzare (letteralmente) da un punto all’altro dello schermo e a sorprendere alle spalle un nemico che prima ci aveva di fronte. Potremo rallentare il tempo, per poter aggirare i “colossi” presenti nel gioco, e far esplodere eventuali punti deboli. Senza contare la possibilità di bloccare il tempo su una determinata zona con delle bombe temporali, coinvolgendo tutto ciò che si trova nei paraggi dell’esplosione, e scaricando l’intero caricatore. Presente anche una sorta di scudo temporaneo che blocca gli attacchi dei nemici.

Attenzione però: se credete che simili poteri rendano Jack un Dio, vi sbagliate di grosso. Buttarsi nella mischia senza un minimo di strategia, vi porterà immediatamente al game over. I poteri hanno bisogno di una determinata tempistica per ricaricarsi, dopo l’utilizzo. E se siete nel bel mezzo di un gruppo di nemici, senza poteri, potete tranquillamente dire addio alla vita. Potremo comunque potenziare i poteri attraverso la raccolta di piccole fratture sparse per i livelli, e nascoste in modo da “costringere” il giocatore ad esplorare per bene ogni area. Il gioco non obbliga al potenziamento, e infatti lo si può finire anche potenziando il minimo indispensabile. Il sistema di coperture è automatico: Jack si riparerà automaticamente non appena ci sarà la possibilità di farlo. Alcuni di questi ripari inoltre saranno temporanei, data la loro natura assai fragile (scatole di legno, scrivanie etc).

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Come spiegato in precedenza, il proseguo della storia è intervallato da una mini serie TV recitata da attori in carne ed ossa. Praticamente una serie del gioco, nel gioco. Tralasciando la recitazione non proprio brillante di alcuni personaggi, la stessa risulta essere curata e molto buona. Integrata al massimo con il gioco, vi traghetterà tra un capitolo e l’altro della storia. Dalla durata di circa 30 minuti a episodio, la serie è realizzata in maniera ottima, e riesce a tenere incollato il giocatore.

Unica nota dolente dell’impianto narrativo è la questione dedicata alle scelte morali: poche, e concentrate in punti cruciali della trama. Ma sopratutto, quasi irrilevanti al proseguo della storia. Se in Mass Effect (o nel più recente Life is Strange) le scelte morali modificavano il proseguo dell’avventura in maniera netta, Quantum Break ne delinea i contorni senza però rendere mai tangibile un cambio di rotta. Anche perchè, in base alle scelte morali effettuate, la serie tv non cambia. Quindi assisterete alle medesime scene pur scegliendo ogni volta una strada diversa. A compromettere leggermente quanto di buono fatto, c’è anche una certa rigidità d Jack nei movimenti. Sopratutto nelle sezioni platform, in cui sembra più uno stoccafisso che un personaggio pronto ad arrampicarsi. Ci è capitato più volte di morire dopo un salto perchè, per motivi assolutamente ignoti, Jack non aveva “intuito” l’appiglio. Insomma, animazioni molto più realistiche avrebbero giovato non poco. Non che siano fatte male, ma si nota una certa rigidità come per Alan Wake e Max Payne.

Abbiamo deciso di dedicare al settore longevità una sezione a parte , viste le lamentele venute fuori prima del lancio. Specificando meglio, la longevità di Quantum Break si assesta sulle circa 10/11 ore se contiamo la serie TV, le fasi giocate e la raccolta/lettura dei vari collezionabili. La stessa scende vertiginosamente a 7 se contiamo la sola serie TV e fasi giocate. Solo 5, se contiamo le sole fasi giocabili. Ora, da un gioco come Quantum Break ci si aspetta una trama da orbi e una giocabilità stellare, il tutto farcito e completato da una serie TV davvero ben fatta. Pensare di giocare Quantum Break senza raccogliere i collezionabili (audio/video), o peggio ancora senza guardare la serie TV è realmente un peccato. Anche perchè, senza queste due feature, il gioco stesso perde ogni possibile carisma. I collezionabili inoltre non sono i thermos del caffè di Alan Wake, ma documenti scritti, audio/video, mail. Insomma offrono un approfondimento della trama non indifferente. Quindi la domanda è: siete davvero disposti a non immergervi in questo mondo, e giocare per il solo gusto di sparare e basta per sole 5 ore?

Pro

  • Realizzazione tecnica eccelsa
  • Storia coinvolgente
  • Serie TV niente male
  • Sparatorie sempre varie

Contro

  • Non è un titolo per tutti
  • Rigidità del personaggio in alcune fasi
  • Colonna sonora non molto memorabile
  • Scelte morali poco incisive

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