Recensione Call of Duty: Advanced Warfare

Tre cose sono sicure: la morte, le tasse e l’uscita annuale di un nuovo capitolo di Call of Duty. Tra alti e bassi la saga ha sempre saputo dominare il periodo natalizio di ogni anno da ormai quasi sette anni a questa parte, e sembra che la risposta del mercato sia sempre stata favorevole nonostante le molteplici critiche. Anche quest’anno mi trovo a recensire un nuovo capitolo, Call of Duty: Advanced Warfare, e quest’anno sono felice di dire (scrivere) che giocare a questo nuovo capitolo è stato un po’ più rinfrescante di quanto mi aspettassi.

Benvenuti in Atlas!
La storia ci vedrà vestire i panni di Jack Mitchell, soldato alle dipendenze dell’esercito statunitense, che entrerà a far parte di Atlas (una compagnia militare privata) a seguito della morte del suo miglior amico e figlio, tra le altre cose, del Presidente di Atlas in persona: Jonhatan Irons. Al soldo di questa corporazione ci troveremo a viaggiare per il mondo per dare la caccia al terrorista Hades, che sta minacciando il mondo seminando distruzione a destra e a manca. Inutile dire che durante lo svolgimento del nostro compito scopriremo alcuni intrighi che ci faranno rivalutare la nostra posizione e le nostre amicize, rivelandoci un piano atto ad ottenere la pace con mezzi non proprio pacifici.

La storia è abbastanza canonica, e i colpi di scena sono piuttosto telefonati. Nonostante la grande varietà di situazioni e la bontà delle mappe in cui andremo a combattere, i pretesti narrativi sono deboli e i personaggi stessi sono privi di quel carisma che li potrebbe elevare ad un livello in cui ci potremmo almeno ricordare i loro nomi. Una discorso simile vale anche per il personaggio di Jonhatan Irons, interpretato magnificamente da Kevin Spacey, che mostra i punti deboli non nell’interpretazione, ma nella costruzione del personaggio stesso. Il ruolo dello stesso è telefonato e nonostante buchi lo schermo ad ogni sua apparizione, non si rivela un personaggio originale.

cod advanced warfare PS4

L’aggiunta degli EXO si rivela sufficientemente importante nel gameplay, anche se in molte parti del gioco in cui non saremo “costretti” ad utilizzarli ci dimenticheremo di averli addosso. Tuttavia ci sono parecchi livelli che spingono alla verticalità, donando alle mappe una piccola sensazione di libertà che c’illude sul fatto che Call of Duty non sia un gioco su un binario predefinito.

Le animazioni dei personaggi sono molto fluide e ben realizzate, di sicuro aggiungono molto dal lato cinematografico del gioco, come anche le ottime ctuscene in computer grafica che inframmezzano un livello dall’altro. Anche dal punto di vista grafico si può notare qualche miglioramento, con il motore aggiornato alla sua ultima versione che permette giochi di luce e ed effetti paticellari molto più avanzati. Nella campagna per Xbox One, come in molti già sapranno, la risoluzione è dinamica, quindi in alcune sezioni si può notare abbastanza facilmente anche a occhio nudo. Tuttavia si tratta di piccole scene, visto che l’impatto generale è più che buono per tutta la durata della storia (dalle sei alle otto ore). Anche il framerate si riconferma granitico nei suoi 60 fotogrammi blindati, classici della serie made by Activision.

Come detto sopra la recitazione è molto buona (il punto debole non sono gli attori, ma la storia e la profondità dei personaggi) e nella versione italiana si può contare su un doppiaggio molto ispirato e di buona qualità, con anche una buona sincronizzazione labiale.

Possiamo dire ad onor del vero che la campagna di Advanced Warfare si rivela buona sotto tutti i punti di vista se raffrontata con il piatto Call of Duty: Ghosts, ma si tratta di una storia che poco volentieri rigiocheremo. I colpi di scena e la narrativa fanno quello che ormai sembra diventare una prassi, ovvero darci le basi del gameplay con delle missioni per farci arrivare al piatto forte: il multiplayer.

Atlas vs. the World

Il piatto forte di questa produzione è sicuramente il comparto multiplayer competitivo, che regala tantissime soddisfazione e che dimostra che i ragazzi di Sledgehammer non sono stati con le mani in mano.

La prima cosa che salta all’occhio è l’altissima quantità di personalizzabili presenti all’interno di questa sezione. Potremo personalizzare il nostro personaggio nei minimi dettagli (anche se i volti saranno predefiniti), andando a modificare il vestiario e gli EXO. Ovviamente non mancheranno anche le personalizzazioni nelle TAG e nelle piastrine, anche se qui saranno leggermente più personalizzabili con delle opzioni in più. Tuttavia la grande novità che molti troveranno eclatante e piacevole è l’aggiunta delle personalizzazioni dell’equipaggiamento che ci permetteranno per la prima volta di personalizzare tutti gli ottenibili tramite le KillStreak. Potremo potenziare il nostro UAV come anche mettere una trappola sul rifnornimento aereo che esploderà se un nemico proverà a rubarcelo. Questo aumenta la varietà di strategia applicabili redendole adatte al tipo di gioco di qualsiasi genere di giocatore.

Le mappe sono ben studiate e prevedono un sapiente utilizzo delle caratteristiche degli EXO come il doppio salto o l’invisibilità. Si nota un generale aumento delle dimensioni delle mappe, che mediamente sono generose riducendo il numero di scenari con scontri al chiuso. Ci saranno anche gli eventi dinamici già presenti nei precedenti capitoli che modificheranno un minimo il terreno di scontro, e in certi scenari apriranno intere nuove sezioni dopo un tot di tempo che passeremo a giocare nella stessa mappa. Quello che manca, e fa un po’ dispiacere, è almeno una mappa che frutti appieno la verticalità che gli EXO permettono, come per esempio un grattacielo, che potevano dare quella giusta sensazione di vertigini. Migliora anche il succitato sistema di Killstreak, che ora prevede il raggiungimento di un detrminato punteggio per ottenere il proprio rifornimento in coda. Esisteranno metodi che ci permetteranno di continuare ad avere la serie anche dopo la morte, ma non saranno molti, e di conseguenza saremo costretti a giocare con quel pizzico di strategia in più. In alcune partite potremo sbloccare anche dell’equipaggiamento temporaneo, che ci permetterà l’utilizzo di armi migliori per un determinato numero di partite.

Per i più hardcore non mancheranno le playlist veterano, che permetterano un gioco più avanzato con colpi che causeranno più danni, nessun rientro e nessuna killcam. Inoltre è gradita per i più puristi anche la modalità “Classico” che ci permetterà di giocare senza gli EXO e le loro abilità. Questa modalità prevede una playlist meno corposa con i match più classici come il Deathmatch o il Deathmatch a squadre. Le mappe sono studiate in maniera da non sfavorire questa modalità, anche se perderanno qualcosa a livello di gameplay che non le farà apprezzare nella loro interezza.

Recensione Call of Duty: Advanced Warfare Playstation 4

Per quanto riguarda i server possiamo con confermare che le partite scorrono fluide, ma non ci sembra che Activision abbia deciso di avvalersi di server dedicati per il momento. Di tanto in tanto capita qualche fastidiosa disconnessione e in alcune partite abbiamo trovato parecchio lag.

Insieme è meglio? Non stavolta

Come da tradizione della serie oltre alla buona campagna e al divertente single player si va ad affiancare una modalità cooperativa da giocare in compagnia di amici o di altri giocatori trovati mediante il matchmaking.

Questa volta qualcosa deve essere andato storto, visto che i ragazzi di Sledgehammer ci propongono come modalità cooperativa una classicissima, e anonima, modalità orda. Insieme ad altri 3 giocatori dovremo soppravvivere a svariate ondate di nemici molto agguerriti round dopo round, guadagnando nel mentre dei punti che potremo spendere in potenziamenti delle armi o dell’equipaggiamente per le ondate successive.

La modalità è bella tosta visto che i nemici sono abbastanza agguerriti, e sopratutto sono molto numerosi. Il gioco di squadra si renderà necessario già dai primi round, visto che morire sarà facile.

Avremo a disposizione tre loadout con cui cominciare a giocare ad ogni partita che saranno molto differenti tra loro e ci permetteranno di scegliere l’approcio preferito. L’EXO leggero ci permetterà di essere più agili ma meno resistenti. L’EXO pesante, come dice il nome, ci permetterà un gioco più duro, ma è anche vero che saremo dei chiodi ambulanti. L’EXO speciale ci favorirà nel gioco a distanza con armi apposite.

Come detto prima si tratta di una modalità abbastanza anonima nei contenuti e nella presentazione, e di sicuro non farà piacere a chi ha apprezzato la modalità Zombie dei capitoli Treyarch o la particolarmente azzeccata modalità Estinzione di Call of Duty: Ghosts.