Recensione Grand Theft Auto V

Per mesi ci siamo preparati al suo arrivo. L’hype è cresciuto sempre di più, diventando insopportabile per alcuni fans. E i trailer, rilasciati con il contagocce da Rockstar, non riuscivano a placare affatto l’hype per il gioco, ma anzi ottenevano l’effetto opposto.
Il 17 Settembre (ma anche il giorno prima, effettivamente), tutti hanno potuto mettere le mani su questo gioco. Un gioco che non ha certo bisogno di presentazioni, poichè è più che conosciuto da videogiocatori e non. Ovviamente parliamo di Grand Theft Auto V, o GTA per gli amici.

I ragazzi di Rockstar Games sono riusciti, quasi involontariamente, a catalizzare l’attenzione di tutti, ma proprio tutti sulla loro creatura. Anche coloro che non sono videogiocatori si sono ritrovati improvvisamente in un negozio, con in mano una copia di Grand Theft Auto V, senza ben capire cosa stava succedendo. La verità è che l’ultimo capitolo di GTA era un capolavoro già prima del suo annuncio.
Quando venne mostrato il primo trailer, divenne chiaro che sarebbe stato un titolo Tripla A, ma ora, a conti fatti, vediamo che questa definizione non si addice a questo titolo. In questa recensione vedremo perché.

Grand Theft Auto V ci propone l’avventura di tre personaggi completamente nuovi. Il primo di cui veniamo a conoscienza è Michael, ex rapinatore professionista che dopo un colpo non andato come previsto ha deciso di andare in pensione prima del previsto, vivendo di rendita grazie ai soldi delle rapine. Successivamente facciamo la conoscenza anche di Franklin, ragazzo di colore del ghetto di Los Santos. Stanco di rubare e rivendere macchine costose, troverà in Michael una sorta di figura paterna, che gli potrà insegnare i trucchi del mestiere. In ultimo c’è Trevor, il più spostato del trio, vecchia conoscenza di Michael. Trevor tornerà a Los Santos per regolare i conti con Micheal, che credeva morto, riappacificandosi con lui.

grand theft auto v 2

Nel corso dell’avventura, però, Michael dovrà smettere di vivere da pensionato con crisi di mezz’età, per tornare nel mondo delle rapine insieme a Franklin e Trevor, con l’aiuto dei quali metterà a segno svariati colpi.

Il gioco è ambientato a Los Santos, città di fantasia ispirata a Los Angeles. Los Santos è una città enorme, con montagne, pianure, deserti, fiumi, coste e addirittura una sorta di Hollywood, denominata Vinewood. Ma questa città non è enorme solo per l’ampiezza della mappa: è caratterizzata infatti da innumerevoli attrazioni grazie alle quali possiamo fare praticamente tutto ciò che ci pare, oltre ovviamente a ciò che la serie ha da sempre offerto (omicidi e furti d’auto in primis). Yoga, Tennis, Triathlon, sono solo alcune delle attività che possiamo svolgere a Los Santos. Grand Theft Auto V ci propone una libertà d’azione inimmaginabile ed incredibilmente avanti rispetto alle altre produzioni (anche Tripla A) di questa generazione. Vogliamo vedere la TV? Non solo possiamo, ma siamo liberi addirittura di cambiare canale! Vogliamo giocare in borsa? È possibile, e possiamo addirittura modificare il suo andamento compiendo determinate azioni e uccidendo determinate persone.

Muovendosi per le strade di Los Santos (ma anche nei suoi cieli, e nei suoi abissi subacquei), ci rendiamo conto che la città è viva. Le persone che incontriamo vanno tutte in un luogo preciso, per fatti che non ci riguardano. Possiamo imbatterci in animali (anche selvatici) con i quali potremo interagire, e, se vorremo, ci sarà anche la possibilità di andare in un luna park e farsi un giro sulle montagne russe.

Tutto ciò comporta una longevità del gioco altissima; solo la campagna principale porterà via una trentina di ore. Aggiungendo attività e missioni secondarie, raggiungiamo senza problemi le 100 ore, solo nella modalità in singolo. Ma dopo aver finito al 100% tutte le missioni che GTA V ha da offrire, ci saranno comunque alcune missioni generate in modo casuale (come ad esempio fermare uno scippo o restituire un motorino rubato).

Il lavoro svolto da Rockstar Games nella produzione del gioco traspare da ogni pixel di questa produzione. Anche nel comparto tecnico, si raggiungono vette altissime (nonostante, almeno in questo campo, GTA V venga superato da altre produzioni concorrenti).

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Dal lato grafico, ci troviamo di fronte ad un lavoro curatissimo. Mappa, oggetti e personaggi sono accompagnati da textures di ottima qualità e dettagliatissime. Anche il frame rate si mantiene (quasi sempre) costante sui 30 fps, che vista la vastità del gioco, sono più che sufficienti.

Anche per quanto riguarda l’audio del titolo, il lavoro di Rockstar è encomiabile. E non parliamo solo dell’ottimo doppiaggio (esclusivamente in inglese, sfortunatamente) che accompagna una sceneggiatura degna di un film, ma anche della quantità (e qualità) di canzoni implementate nel gioco. Girando le stazioni radio, riusciremo a trovare canzoni che effettivamente possiamo aver ascoltato in radio nella vita reale. È assolutamente incredibile.

Se proprio vogliamo trovare dei difetti a Grand Theft Auto V (si tratta di cercare il pelo nell’uovo), durante le discussioni tra i personaggi, in particolare quelle che avvengono mentre stiamo guidando, sarà difficile leggere i sottotitoli in italiano e contemporaneamente riuscire a prestare attenzione alla strada. Un altro difetto è dato dalla difficoltà di conservare le automobili: sebbene la personalizzazione dei veicoli sia eccellente, spesso ci ritroveremo a perdere un veicolo (magari appena modificato) poichè i posti in cui salvare le nostre auto sono terminati, o, peggio, perchè magari per una specifica missione siamo obbligati a cambiare veicolo. Per alcuni, inoltre, potrebbe risultare ostico (quantomeno all’inizio) il sistema di puntamento delle armi, ma con un po’ di pratica si prende facilmente la mano.