Recensione Mortal Kombat X

In questa generazione mancava un picchiaduro di spessore, non una semplice remastered, non un semplice remake.
Mentre Tekken 7 è ancora ben lontano dall’essere disponibile, e un Dead or Alive 5: Last Round viene ricordato più per la fisica delle tette che per la bontà generale, l’annuncio di un nuovo Mortal Kombat ha fatto saltare tutti. Midway e Warner non hanno perso tempo, e cavalcando parzialmente l’effetto nostalgia e la scarsa disponibilità di titoli davvero validi in questo inizio generazionale, hanno pensato bene di lanciare una bomba.

A differenza di altri mostri sacri del genere, Mortal Kombat sembra essere quel buon gioco che ha sempre cercato di rimanere sulla strada maestra, innovando contemporanemente. Nonostante alcuni passi falsi commessi nel capitolo precedente uscito su Old Gen, questo Mortal Kombat X sembrava avere le carte in regola per essere un grande ritorno. Un comparto multiplayer che apre alle fazioni, una story mode sensazionale, un sistema di combattimento intuitivo ma complesso e una grafica che non si appanna sotto i colpi di un titolo Cross Gen. Le aspettative saranno state ricompensate?

Ricomincio da (Sub)Zero

Chiunque abbia giocato al precedente capitolo di Mortal Kombat, saprà che la serie ha subito un doveroso reboot.
Questo reboot aveva l’ardito compito di spiegare le origini alla base di tutto e di ogni personaggio coinvolto nelle vicende legate al torneo. Il compito della modalità storia era proprio quello di offrire un racconto e, contemporaneamente, sprigionare il potenziale offerto dal titolo. Tutto finì ovviamente in una bolla di sapone, tra superficialità e incapacità di esprimere al meglio il potenziale di una serie davvero promettente, con la sola modalità Arcade a guidare l’intera produzione.
Vi basti sapere che  il doppiaggio in ialiano rasentava il ridicolo, e me lo ha fatto abbandonare dopo poche ore di gioco. Quello non era un Mortal Kombat. Di mortale c’era solo la voce.
Ciò che compie in questo campo Mortal Kombat X ha davvero dell’incredibile. Se il precedente capitolo aveva dalla sua il solito merito di fungere da purga, MK X si presenta in maniera assolutamente impeccabile.
La modalità storia funziona a dovere, con una regia assolutamente impeccabile, un comparto tecnico Next Gen e una cura per i particolari rara a vedersi ai giorni nostri.
Ecco, queste sono le sorprese che vorremo vedere sempre. MK X, all’impatto è stato più letale di una fatality. Dialoghi, location, caratterizzazzione dei personaggi, trama, doppiaggio, roster più grande.
E in tutto questo non si possono non cogliere citazioni provenienti dai vecchi Mortal Kombat e tanto altro ancora.
Insomma, il single player di MKX nella sua modalità storia prende davvero più che mai e ha un solo difetto: dura davvero pochissimo.

mkxreview
A fronte dell’ottima qualità con cui è stato creato, Mortal Kombat X nella sua story mode dura circa 4 ore. Meno se si sceglie di affrontarla in modalità facile. Ma in questo caso, non importa. Sono 4 ore intense di pura violenza, magnificenza grafica e chi più budella ha, più ne metta. Dopotutto stiamo parlando di un picchiaduro, e come tale (di solito) la modalità storia non è altro che un collante tra un combattimento e l’altro. Qui invece siamo su tutt’altro pianeta. Il bilanciamento dei personaggi poi è stato smussato a dovere. Durante la modalità storia avremo a che fare con diversi personaggi, e ognuno di loro avrà la propria manovrabilità. La differenza in termini di prestrazioni tra i soggetti coinvolti è cosi netta che il gioco ci costringerà (in senso buono) a riabituarci al personaggio che stiamo impersonando. Se prima utilizzando un personaggio più agile la nostra tecnica era basata sulla velocità d’attacco, con uno più “pesante” dovremo cambiare totalmente la visione dell’incontro. Pena la morte. E che morte.
Non saranno solo le mani nude a darci man forte,ma avremo a disposione oggettistica predefinita come coltelli, lame, frecce e proiettili. E non solo: alcuni personaggi (che non abbiamo intenzione di spoilerare) potranno rendersi invisibili o sputare veleno. Tutto questo non modifica in maniera estrema il sistema di gioco, ma lo arricchisce senza snaturarlo. Iniettando così una buona dose di strategia e varietà nei combattimenti.
A rendere ancora più terrificanti e spettacolari gli incontri abbiamo gli X-Ray. Momenti in cui, durante una furiosa mossa ben assestata, vedremo l’interno del nostro personaggio andare in frantumi e maciullarsi. Un cranio rotto da una testata, un cervello strappato dal cranio, un cuore tirato fuori dal petto, una colonna vertebrale spezzata in due, una testa mozzata spinta nella gola e poi estratta con violenza dal petto, e via dicendo.
Tutto questo senza contare le Fatality e il ritorno delle Brutality (ben cinque per ogni componente). Insomma veri e propri momenti di goduria sadica. In barba a chi, in questi mesi, ha “elogiato” GTA come “IL” gioco più violento.
A concludere il pacchetto morte, abbiamo la possibilità di interagire, seppur minimamente e in determinate sezioni, con parti dello scenario, così da fare ancor più male al nostro avversario.

Ovviamente l’intera produzione non è solo legata allo story mode. Troviamo un pezzo da novanta che cambia nome in “Le torri ” al posto delle classiche scalate arcade, ma la sostanza non cambia. Avremo a disposizione una lista di dieci avversari da affrontare in sequenza (come originariamente era nei primi Mortal Kombat) e ogni personaggio avrà un finale dedicato. A voi sarà data la scelta della difficoltà, e la variante di torre.
Ognuna di esse ha al suo interno pericoli che potrebbero farvi fuori in poco tempo. Come la Sopravvissuto, in cui la barra vitale non si ricarica. O peggio la Senza fine, in cui avremo a che fare con una lista infinita di nemici. A voi il piacere di scoprire le altre. Ricordate inoltre che se sceglierete le torri Viventi andrete a modificare anche voi questi stage che cambiano di volta in volta in base alla community online. Un comportamento simile ai dungeon procedurali di Bloodborne insomma. Anche la componente Online di MK fa faville per originalità, ma pecca in larga parte di stabilità. Prima di parlarne, se vi state chiedendo la presenza o meno della modalità PvP in locale, possiamo tranquillizzarvi. Questa c’è ancora. Così come c’è la possibilità di giocare 1v1 online sia in incontri definiti dal matchmaking, in incontri a squadre (non parliamo di un sistema a tag), sia in una nuova “Re della collina”Modalità che non è altro che l’espressione del “Vince chi resta”. Gli avversari vorranno spodestarvi, e voi dovrete difendervi al meglio. Tutto il comparto online poi si fregia della presenza delle fazioni. Farete parte di macro clan, e il nostro compito sarà elevarci personalmente e contribuire alla crescita del nostro gruppo.
Proprio al primo avvio di MK ci verrà chiesto a quale clan affiliarci: Lin Kuei, White Lotus, Brotherhood of Shadow, Black Dragon e Special Forces. Da quel momento in poi tutta l’esperienza ricavata dai vari combattimenti confluirà anche in quella dedicata alla fazione, sbloccando personalizzazioni e ricompense anche online.
E nonostante tutto questo ben di Dio, proprio l’online si rivela essere il tallone d’achille dell’intera produzione.
Assurdo, buggato e pieno di lag. In una parola: ingiocabile. Probabilmente mettendo mano al Net-Code gli sviluppatori potranno porre rimedio in futuro con una Patch, ma ormai a conti fatti il disastro è compiuto.

Review Mortal Kombat X

Ultima, ma non come importanza, troviamo la modalità Krypta. Una sorta di minigioco in cui si nascondono dei segreti come collezionabili, pietre tombali e non solo. Avremo a disposizione una visuale in prima persona, e la possibilità di attaccare attraverso dei quick time event. L’esplorazione della Krypta è una sorta di minigioco con puzzle ambientali davvero niente male, e un’atmosfera lugubre quanto basta. La durata di quest’ultima modalità è di circa 3 ore. Ma così come per la modalità storia, diverte tantissimo.

M’illumino di splendore grafico

Ciò che ogni giocatore cerca in un titolo per questa generazione è la bontà grafica. E questo Mortal Kombat X ne ha da vendere. Nonostante sia stato concepito come un titolo Cross Gen, a differenza di altre IP create in maniera simile, MKX sembra essere uscito direttamente dal ventre Next Gen. Luci dinamiche, texture in HD quasi impeccabili, animazioni superlative e cinematografiche, pulizia grafica notevole, modellazione dei personaggi superba, recitazione dei personaggi verosimile, effetti ambientali e atmosferici credibili, arene dettagliate in maniera certosina e una longevità davvero corposa Ciliegina sulla torta: 1080p e 60 frame al secondo.
Il sonoro non è da meno, colonna sonora con brani epici e doppiaggio finalmente ottimo. Cosa desiderate di più?