Murdered: Soul Suspect, il nuovo titolo targato Airtight Games, non convince pienamente

Square-Enix non è solo Final Fantasy. La nota casa Giapponese , nel tempo, si è sempre distinta per i propri prodotti (nel bene e nel male) e per il coraggio. Il coraggio di affacciarsi su nuovi lidi, e sviluppare titoli fuori dagli schemi. Queste continue esplorazioni in ambito videoludico hanno portato alla creazione di Murdered: Soul Suspect ,titolo investigativo sviluppato da Airtight Games per Old-Gen, ovvero per Xbox 360 e Ps3, e per Xbox One, Playstation 4 e PC.
Annunciato un anno fa , Murdered: Soul Sospect ha subito destato attenzione per la componente esplorativa. Il tutto condito da una trama a tratti originale e con qualche colpo di scena. Un fantasma che indaga sul proprio omicidio, un serial killer che non fa sconti a nessuno ed una striscia di sangue e cadaveri da far impallidire chiunque.
Siete pronti a varcare la porta del mondo parallelo e portare a termine l’indagine della vostra “vita”?

E’ inutile negarlo. I primi minuti di Murdered: Soul Suspect lasciano davvero senza fiato. Il filmato iniziale è quanto di più bello si possa ammirare. Regia fantastica e colpo di scena finale. Ci ritroveremo a terra, scaraventati da un Killer fuori da un palazzo.

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Il protagonista di Murdered, Ronan O’ Connor, finisce per restare agonizzante sull’asfalto, con il suo stesso fantasma intento a ricongiungersi con la sua metà “fisica”. Questo purtroppo non gli è permesso dal medesimo Killer che poco prima lo ha scaraventato dalla finestra. Sette colpi di pistola attraversano il corpo del povero Ronan, lasciando al suo fantasma 7 fori luminescenti, che come uno dei tanti tatuaggi del personaggio, lo marchieranno per l’eternità.Da qui parte il fantastico plot narrativo che porterà Ronan a indagare per tutta la città di Salem (proprio la città delle streghe), per comprendere quali siano le questioni in sospeso, e cercare di ricongiungersi con la moglie morta anni prima. In questo caso parliamo di un’avventura grafica. Quindi gli esempi lampanti che potrebbero venirci in mente collegati con la storia di Murdered: Soul Suspect sono i due migliori esponenti di questo genere: Heavy Rain e La Noire. Questi titoli hanno rappresentato il fiore all’occhiello del genere per la passata generazione. Uniti da un taglio cinematografico mozzafiato e da una trama complessa. Proprio per questo i dialoghi e le scene d’intermezzo sono riproposte nella medesima maniera, mettendo nelle mani del videogiocatore l’evoluzione della situazione. La trama si evolve in maniera naturale e semplice. Forse fin troppo semplice , e molto spesso scontata. Questo però non deve portare a credere che Murdered: Soul Suspect sia un titolo investigativo ordinario.
Tutt’altro. Impersoneremo un fantasma, e come tale non potrà interagire direttamente con oggetti fisici o persone normali. Proprio per questo ci ritroveremo “nel mezzo del cammin” una giovane medium (l’unica in grado di vederlo), anche lei immischiata nel caso degli omicidi derivati da questo Killer, e determinata a scoprire che fine abbia fatto sua madre. Il tutto risulta essere facile ed intuitivo. Sarà proprio la nostra stessa scena del crimine a farci da tutorial, e gettare le basi per quello che sarà il gameplay di tutta l’avventura. Saremo chiamati a sviluppare tanta materia grigia per ricostruire avvenimenti, partendo dai vari indizi sulla scena del crimine, e poter risolvere i singoli casi. Potremo leggere le menti altrui per carpire ulteriori informazioni, e sollecitare i ricordi di qualcuno possedendolo e indirizzando i suoi pensieri su un qualcosa che possa essere collegato al caso.
Sveleremo, data la nostra condizione spirituale, tracce rimaste impresse all’interno della dimensione in cui ci troviamo, reperendo cosi indizi preziosi. Tutto questo, purtroppo, presenta un problema: la ripetitività.
Nonostante cambino le ambientazioni, nonostante si sviluppino (nel prosieguo dell’avventura) piccoli poteri, e nonostante la trama risulti comunque interessante, Murdered: Soul Suspect decolla solo per metà. Si ha la sensazione che tutto sia stato sviluppato in maniera frettolosa e superficiale. L’impianto di gioco prende appieno il videogiocatore, ma mai in maniera intensa.
Proprio in virtù di questo, il livello di sfida presentato dal gioco è davvero basso. Sarà impossibile non raccogliere tutti gli indizi o sbagliare qualcosa durante un indagine. L’unica sfida è rappresentata da piccole orde di demoni che tenteranno di risucchiare qualsiasi anima rimasta nel limbo tra il mondo dei morti e il mondo dei vivi. Anche questo però non riesce a donare profondità al titolo. Per eliminare i demoni bisognerà attendere che siano di spalle, per poter premere al momento giusto un tasto e tramite il Quick Time Event farli scomparire. L’inteligenza artificiale di questi demoni è davvero scialba.

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Se riuscireste ad arrivare alle loro spalle, avrete già fatto l’80% del lavoro. E credeteci , non è assolutamente difficile. La libera esplorazione delle ambientazioni e della città di Salem (con gli ovvi limiti strutturali che possono esserci) dona una gradevole boccata d’aria, mettendovi cosi nelle condizioni di esplorare e di poter affrontare piccoli casi secondari davvero interessanti, oltre che raccogliere collezzionabili di vario genere. Il tasto veramente dolente della produzione si materializza sull’aspetto tecnico.
La nostra prova su Playstation 4 ha rivelato una situazione ormai al limite dell’assurdo. Un titolo nato e concepito per Old-Gen portato su Xbox One e Ps4 con la sola risoluzione maggiore. Tutto il resto è pienamente Old-Gen. Addirittura si notano vistosi cali di Frame Rate durante l’esplorazione, e una cura delle ambientazioni appena sufficienti. Unreal Engine 3 dimostra ormai i suoi anni, e sarebbe ora di mandarlo in pensione una volta per tutte. Il doppiaggio Italiano è un’altra delle pecche di questo titolo. Assolutamente privo di pathos e sotto la sufficienza. Buoni i temi musicali e l’effettistica generale. Sotto la media è invece la longevità. Appena sei ore per la storia principale, e nove con le missioni secondarie e tutti i collezionabili. Davvero troppo poco per un titolo venduto a prezzo pieno.