Recensione Toukiden: Kiwami

Da ormai qualche anno la serie principale di Monster Hunter è puro appannaggio degli utenti Nintendo. Che sia 3DS o WiiU sembra proprio che l’Hunting Game di Capcom non ne voglia sapere di uscire dai lidi della grande N, almeno per ora. Consci di questo fatto i ragazzi di Omega Force (autori di Dinasty Warriors) hanno ben pensato di utilizzare le loro conoscenze in ambito action game per creare un miscuglio con molti elementi ripresi dal capolavoro targato Capcom. Ci sono riusciti? Vediamolo insieme.

BENVENUTI A UTAKATA

Dopo l’editor di creazione del personaggio, che ci permetterà una discreta scelta di varianti per il nostro personaggio, ci troveremo catapultati all’interno della storia di Kiwami. Come spesso accade vestiremo i panni di un giovane cacciatore, inviato dal Monte Sacro (il quartier generale dei cacciatori) a dare manforte al villaggio di Utakata.

Verremo accolti da Yamato, capitano dei cacciatori del villaggio, che ci introdurrà ai nostri futuri compagni e alleati. Inoltre ci permetterà di accedere a dei tutorial adibiti alle armi e ai poteri al fine di apprendere le basi del combattimento con ogni arma disponibile nel gioco.

La storyline è molto semplice: il villaggio si trova attaccato spesso e volentieri dagli Oni (demoni) con una frequenza allarmante. Nel corso della nostre uscite di caccia scopriremo che dietro gli attacchi dei demoni si cela una forza misteriosa, e caccia dopo caccia scopriremo la fonte della minaccia. Non ci sono particolari colpi di scena, e la storia è molto telefonata. I personaggi sono stereotipati, ma tra una missione e l’altra avremo la possibilità di interagire con loro, con un discreto sistema di frasi a scelta, che però non daranno una grande impressione di libertà.

Il villaggio sarà in tutto e per tutto l’HUB centrale da cui far partire le missioni, e in cui comprare le armatura, potenziare le armi, migliorare il rapporto con i Mitama (spiriti dei cacciatori defunti) e interagire con gli NPC. Potremo anche ottenere delle quest secondarie che consisteranno in una semplice raccolta di uno o più determinati tipi di oggetti o nell’eliminazione di un certo tipo di nemici. Nulla di particolarmente ampio, ma piacevole tra una missione e l’altra.

DINASTY MONSTER HUNTER

Una volta scesi sul campo di battaglia le similitudini con Dinasty Warriors abbondano, a partire dal sistema di controllo, molto più veloce e improntato all’action di un qualsiasi Monster Hunter. A differenza della serie Dinasty però, non saremo circondati da un numero estremo di nemici, che rimarranno sempre poche unità a schermo, anche se con un’intelligenza artificiale “lievemente” più elaborata. Le missioni saranno molto brevi, quasi un mordi e fuggi, che di rado supereranno la ventina di minuti, e anche queste solo dalla seconda metà della storyline in poi.

Il feeling con le armi è molto buono, e ogni arma avrà le sue particolarità, che ci permetteranno di adattare lo stile di gioco in base alle nostre preferenze. Avremo l’attacco primario leggero e l’attacco secondario potente, e ogni arma sarà potenziabile dal fabbro del villaggio. Inoltre ci sarà una barra da riempire che permetterà di utilizzare il classico super attacco. Il gioco ci spinge a provare un po’ tutte le armi, anche se non è punitivo a chi si affeziona a un solo stile. Potremo potenziare la nostra arma preferita in molti modi e potremo anche rinominarla, per aumentare il feeling e personalizzare ancor di più il nostro cacciatore.

Intraprenderemo battaglie con giganti e orribili mostri

Inoltre sconfiggendo i nemici avremo la possibilità di liberare i già citati Mitama, che non sono altro che i spiriti dei cacciatori defunti, che potranno essere incastonati nelle armi e che potremo livellare battaglia dopo battaglia, fino a potenziarli al villaggio. Ogni Mitama ci fornirà boost e abilità che potranno variare dall’attacco, al recupero e alla difesa. Interessante la possibilità di associare un Mitama anche al nostro Tenko (una piccola volpe che ci farà da animale domestico e che potremo mandare in missione alla ricerca di materiali) che permetterà di potenziare un maggior numero di spiriti nel corso dell’avventura.

E ora passiamo al pezzo forte, i Boss. Nel corso dell’avventura non saranno rare le missioni in cui ci troveremo ad affrontare un demone bello tosto, ed è qui che il gioco da il meglio di sè. Le routine d’attacco non sono formidabili, e l’IA è mediocre, ma nonostante questo tirare giù uno di quei giganteschi bastardi sarà un impresa che ci porterà via una bella dose di tempo. Per ottimizzare i danni potremo concentrarci a tagliar via gli arti della bestia e a purificarli, in tal maniera da ridurre le capacità d’attacco dell’Oni. Tuttavia arrivando vicino alla morte, il bestione entrerà in modalità Berserker, e diventerà più aggressivo. Affrontare uno di questi demoni in solitaria si rivelerà una sfida molto impegnativa, ma affrontarli in compagnia sarà fin troppo semplice.

Uno dei problemi maggiori di Toukiden: Kiwami è infatti la presenza di compagni troppo overpower, che renderanno molto più semplici gli scontri (non sempre, ma spessissimo). Una volta avuto accesso al campo di battaglia con i nostri compagni, il cui numero sarà limitato dalla missione, essi partiranno con un IA Free, che gli permetterà di gestire il campo con svariate tattiche piuttosto libere. Potremo ordinare atteggiamenti offensivi o difensivi, tuttavia rimangono sempre un aiuto fin troppo ampio.

Toukiden Kiwami PS VIta

CACCIAMO NELLE LANDE (FIN TROPPO) DESOLATE

Sebbene definire Toukiden un musou duro e puro sia di fatto errato, come indicato nella recensione, ne condivide molte caratteristiche. La prima che salta all’occhio è naturalmente il comparto tecnico del gioco, che non fa gridare proprio al miracolo.

I modelli poligonali dei personaggi sono abbastanza buoni, anche se non eccezionali, e le animazioni che li muovono sono molto meccaniche, come da tradizione della serie Dinasty Warriors. Gli ambienti sono spogli, con qualche ciuffo di vegetazione qua e la, e sono poco interattivi. Fortunatamente ci pensa il design dei mostri a risollevare la situazione, con le bestie maggiori ben caratterizzate e animate. Anche l’effettistica può godere di alcuni buoni spunti, come alcuni particellari applicati alle mosse speciali o ai mostri. Poca roba, ma gradevole.

Fortunatamente la versione da noi provata è quella PS Vita, che grazie anche alla risoluzione dello schermo inferiore permette di godersi appieno l’avventura senza dare troppo peso al comparto grafico tecnico, anche se la versione Playstation 4 sarà più criticabile sotto questo punto di vista.

Il gioco inoltre gode di un’ottima longevità, a patto che lo si gusti in piccole sezioni. La monotonia delle missioni si nasconde bene nel gameplay, che però se prolungato può portare a galla una certa ripetitività nelle missioni. La longevità della storyline si attesa sulla decina di ore, anche se è possibile aumentare il tempo di gioco in maniera esponenziale craftando a più non posso i materiali per avere sempre armi e armature migliori.