Recensione Dead Island: Riptide

Il mondo degli zombie sembra stia assumendo nel corso degli anni un fascino sempre maggiore. Negli ultimi due anni molti sono stati a livello videoludico i titoli che hanno sfruttato i morti viventi come antagonisti. Tra questi distinguiamo nomi come la famosa serie The Walking Dead, Deadlight, Amy, Lollipop Chainsaw, Zombi U. Difficile non citare Dead Island, uscito lo scorso Settembre: un action game sviluppato da Techland che vedeva come antagonisti proprio i morti viventi. A meno di un anno dall’uscita, visto il discreto successo ottenuto, Deep Silver ha deciso di rilasciare un nuovo capitolo per la serie, intitolato Dead Island: Riptide.

In questo nuovo capitolo riprenderemo proprio da dove avevamo lasciato in Dead Island: il nostro gruppo di eroi si trova a bordo di un elicottero  in fuga dalla infestata isola di Banoi. Essendo portatori sani del virus, i nostri amici vengono condotti su una portaerei militare per essere studiati e per trovare una soluzione per interrompere la diffusione del virus. Però c’è un problema: i protagonisti, pur essendo portatori sani del virus, non sono immuni dal diffonderlo a chi è a bordo sulla nave. Poco dopo l’intera nave viene infestata dagli zombie e la portaerei va ad arenarsi su una piccola isola. Atterati una bella sorpresa attende i nostri amici: su quell’isola il virus si è diffuso molto più rapidamente e la situazione è ancora più grave di quella di Banoi.

All’inizio del gioco possiamo scegliere quale personaggio utilizzare. Sono presenti Logan, Purna, Xian, Sam B e John. A caratterizzare la trama nostra avventura ci pensa la suspence, accompagnata da diversi colpi di scena presenti nella trama. Gli zombi sono dei veri ossi duri da combattere infatti, oltre ad arrivare all’attacco quasi sempre in gruppo, ci circondano rendendo così difficili gli attacchi corpo a corpo. Sarà frequentissimo che, nel bel mezzo di una lotta, ci sbuchi da dietro un terribile mostro con la sua brutta faccia in primo piano sullo schermo dalla quale, ovviamente, dovremo liberarci sferrando calci e pugni a ripetizione. Per allontanare il nemico c’è anche la possibilità di sferrare dei calci, molto utili nei combattimenti contro più zombi. Fattore che contribuisce a dar maggior credibilità ai combattimenti, è sicuramente lo “stato di salute” dell’arma. Molte armi, soprattutto quelle per i combattimenti corpo a corpo, si danneggieranno e, per ripararle, gli sviluppatori hanno pensato bene di inserire dei macchinari, chiamati banchi da lavoro, dediti ad aggiustare e potenziare l’arma utilizzata.

Sparsi negli scenari di gioco sono molto presenti anche i kit medici. E’ interessante come negli ultimi anni le software house non si affidino più al recupero automatico della salute (cosa che caratterizzava gli sparatutto e action game di qualche tempo fa) bensì a questi kit in grado di restituire parte della salute al personaggio principale. Carina anche l’idea di inserire oggetti come la torcia (che dispone di una batteria, quindi una volta scaricata non potrà essere usata) che ci sarà veramente molto utile nelle ambientazioni più cupe.

Correre e lottare contro gli zombie provocherà al nostro personaggio principale un affaticamento. Più un’arma è pesante e più il nostro alter ego necessita di piccoli intervalli di tempo per riposare prima di riprendere a sferrare attacchi.

Passando alla grafica, Dead Island: Riptide utilizza il Chrome Engine 5 di Techland ma non presenta sempre un lavoro eccezionale.  Partendo dalle ombre, sembra qualcosa di molto “statico”. Ad esempio muovendosi vicino a una parete contro la luce, l’ombra si sposterà sistematicamente, come se il corpo si muovesse come un fantasma, e non come un essere umano e quindi senza il movimenti degli arti. Ambientazioni tutto sommato ben lavorate e ricche di dettagli. Le textures degli zombie potevano essere meglio ritoccate, dato che presentano parecchie imperfezioni come le deludenti animazioni. Da lodare è invece l’effetto del sangue e delle mutilazioni: da questo punto di vista non si possono non fare i complimenti a Techland per il lavoro effettuato e per la realisticità data a Riptide.

Buona invece la longevità, che si presentà ancora migliore del predecessore Dead Island con una campagna in singolo molto più estesa, con un ottimo e migliorato multiplayer e con una bella serie di quest secondarie divertenti e che non si presentano quasi mai monotone. Parlando della modalità multiplayer, si tratta di un lavoro ben fatto. Dead Island Riptide consente di affrontare l’avventura in modalità co-op, ovvero con un altro giocatore. Come nel precedente capitolo, Deep Silver ha utilizzato il sistema di prossimità, il quale avvisa il giocatore quando un altro sopravvissuto umano è nelle vicinanze consentendo di unirsi alla sua partita per fare una bella strage di zombie.