Recensione God of War: Ascension

Fondamentalmente, God of War nasce dal desiderio di Sony Santa Monica di realizzare un videogioco basato sulla mitologia greca. E, essendo quella greca una delle mitologie più complete della storia dell’umanità, sarebbe stato facile prendere uno dei tanti dei, semi-dei, o comuni mortali e raccontare in un videogioco la sua storia.
Ma Sony Santa Monica ha scelto una via diversa. Ha scelto di mettere in luce il lato più oscuro degli dei, senza comunque tradire la mitologia. Per farlo, lo Studio scelse un protagonista con un lato oscuro pari almeno a quello degli dei che si prefiggeva di sconfiggere: nasceva così, nel 2005, Kratos, con God of War per PS2.
Il successo del titolo, che affiancava ad una storia molto profonda, un lato tecnico all’avanguardia, raggiunse l’apogeo con God of War III, del 2010, che chiudeva l’epica storia di Kratos.

Il 13 Marzo 2013, però, Sony Santa Monica ha deciso di proporci un ulteriore avventura di Kratos, questa volta ambientata precedentemente al primo God of War, che ci ha fatto vedere un Fantasma di Sparta più fragile e tormentato (ma non troppo) rispetto al solito. Ovviamente il titolo in questione è God of War: Ascension.
La storia di Ascension inizia dalla rottura del patto di Kratos stretto con Ares. Quest’ultimo, infatti, aveva donato la sua protezione a Kratos, all’epoca Generale di Sparta, donandogli un potere sovrumano e le famigerate Lame del Caos. L’inganno di Ares, però, si perpetrò quando costrinse Kratos ad uccidere, senza il suo consenso ovviamente, sua moglie e sua figlia. La rottura del patto, però, ha portato le Furie sulle tracce di Kratos, nel tentativo di portarlo nella prigione del Centimane. Ed è proprio all’interno di questa, che inizia la nostra avventura in God of War: Ascension.

Senza anticipare nulla sulla trama, la sceneggiatura è stata curata molto bene, complici le ottime sequenze cinematiche che però non reggono il confronto con un comparto tecnico eccellente, del quale parleremo in seguito. Durante l’avventura si incontreranno svariate figure della mitologia greca, fin’ora inedite in God of War, come le già citate Furie e il Centimane, o anche l’Oracolo di Delfi. Il fattore che però mi sento di mettere in primo piano, è la fragilità di Kratos, ben conscio di non potersi fidare dalla sua mente, poichè manipolata dalle Furie. La brutalità nel combattimento di Kratos, comunque, non verrà affatto intaccata, in quanto ci ritroveremo più e più volte di fronte a Quick-Time-Event dai risvolti particolarmente splatter.

Passando al lato tecnico, il gioco è basato sullo stesso motore di God of War III, se bene sia stato ampiamente modificato. La telecamera è sempre in terza persona, sebbene non sia posizionata dietro le spalle del protagonista, bensì in punti della mappa sempre predefiniti. Grazie a questa scelta registica, Santa Monica ci impone di apprezzare lo sforzo tecnico necessario per realizzare gli enormi scenari, anche se inizialmente può dare molto fastidio. Dal lato del gameplay, il tutto è rimasto quasi totalmente invariato. God of War: Ascension è, come i suoi predecessori, un vero action. Gli scontri sono basati su colpi rapidi, potenti e come finisher vengono ripresi i tanto odiati/amati Quick-Time-Event. Da notare l’introduzione di svariate armi secondarie, che si possono raccogliere direttamente sullo scenario, e di strumenti che si potranno utilizzare sia in battaglia, che per risolvere enigmi. Anche quest’ultimi avranno un ruolo centrale nel gameplay di Ascension. Spesso sarà infatti necessario risolvere enigmi anche abbastanza complessi per proseguire nel livello. Se dovessi quantificare la difficoltà di questi enigmi, non faticherei a paragonarli a quelli visti nei vari The Legend of Zelda.
Del resto, God of War: Ascension ci propone 3 diversi livelli di difficoltà, che riguardano i combattimenti. Se col livello di difficoltà più facile, Kratos potrà superare ogni ostacolo sguainando le semplici Lame del Caos, nella modalità più difficile i nemici saranno decisamente più tosti, e bisognerà necessariamente sfruttare magie, armi secondarie e, soprattutto, schivate.

Riguardo il comparto grafico, è quasi perfetto. I modelli poligonali sono eccezionali, le texture curatissime e le animazioni dei personaggi fluide. Gli scenari sono, semplicemente, quanto di meglio si può trovare su Console. Non mi sento, però, di dire lo stesso delle già citate sequenze cinematiche. Da vicino, è chiaro come il lavoro svolto su Kratos e sugli altri personaggi principali sia magistrale. Proprio per questo, l’aspetto e le animazioni dei personaggi secondari (come la moglie di Kratos, o l’Oracolo di Delfi) sembrano più scadenti di quanto in realtà siano.
Il comparto sono è ancora una volta eccellente. Viene riproposto ancora una volta l’immancabile Tema Principale della serie, accompagnato da una serie di altri brani che compongono una colonna sonora epica. Il gioco è accompagnato da un ottimo doppiaggio in italiano.

Sebbene la longevità del titolo si attesti intorno alle 8-10 ore, questa volta, quando l’avventura sarà finita, ci sarà molto altro da fare. Per la prima volta nella serie, infatti, Sony Santa Monica ha deciso di introdurre il Multiplayer. Sebbene all’inizio tutti sospettassimo che questo multiplayer fosse un’add-on talmente superfluo da risultare quasi fastidioso, a conti fatti dobbiamo ricrederci. Ok, sicuramente è stato realizzato perchè sempre più persone non comprano giochi che non abbiano il multiplayer, ma è chiaro lo sforzo del team di sviluppo nel cercare di inserire questa modalità senza lasciare lacune. Nella modalità multiplayer, impersonificheremo un nuovo guerriero, che dovrà scegliere a quale dio affidarsi tra Ares, Ade, Zeus e Poseidone. La scelta della divinità è fondamentale, poichè ogni dio porta con se abilità e strumenti differenti.
Avanzando di livello, potremo personalizzare il nostro personaggio tanto nell’aspetto fisico, quanto nelle mosse. Inizialmente saranno disponibili poche armi e armature, ma una volta sbloccato tutto (dopo ore ed ore di gioco) la scelta sarà difficile.
Ci sono svariate modalità di gioco, sia cooperative che competitive, che vanno dalla classia Prova degli Dei presente in tutti i God of War, fino ad un team deathmatch tutti contro tutti.

In conclusione, la paura che questo nuovo God of War fosse realizzato solo per spremere il brand, alimentata anche dall’annuncio della presenza di un multiplayer di cui non se ne sentiva il bisogno, si è rivelata totalmente infondata. Sia la modalità single-player, che quella multiplayer sono ottime. Il titolo è accompagnato da un comparto tecnico eccezionale, oltre che da una sceneggiatura quasi perfetta. Ovviamente, alcuni dettagli potevano essere curati maggiormente, e forse è arrivato il momento di svecchiare in modo più pesante il gameplay.
Tuttavia, è innegabile che God of War: Ascension sia uno dei migliori titoli che questa generazione ci ha donato, degno di essere fregiato, con il tanto abusato titolo di “Tripla-A”.
Must Have tanto per i fan, che per tutti i possessori di PS3 (ai quali, comunque, consiglio di procurarsi la trilogia di God of War, prima di iniziare Ascension).