Recensione Sleeping Dogs: Definitive Edition

La moda dei remake e dei remaster sembra non finire mai. In meno di un anno questa generazione di console ha portato alla luce la nascità di un sostanzioso numero di titoli portati di peso, in maniera buona o in maniera pessima, da generazioni precedenti. Vuoi per la voglia di avere guadagni più ampi a fronte di costi minori o vuoi per il fatto di riportare in auge qualche serie in vista di nuovi capitoli, si tratta di una moda che è destinata a non sparire tanto presto.

SQUARE ENIX E SLEEPING DOGS

Dopo aver portato nell’ottava generazione Tomb Raider, alla Square hanno ben pensato di dare questa possibilità anche ad un titolo molto sottovalutato della precedente generazione di console: Sleeping Dogs. Nato come un nuovo capitolo di True Crime e bocciato dalla Activision per “poco appeal del progetto”, il gioco degli United Front Games è stato revitalizzato da Square Enix. Nonostante le aspettative non proprio stellari, anche dovute al scetticismo generale che accompagna giochi con lo sviluppo travagliato come questi, il gioco si è rivelato una bella e divertente sorpresa. Sebbene non brillasse in particolar maniera nel comparto tecnico, Sleeping Dogs raccontava una storia ben sceneggiata e metteva sul campo personaggi ben caratterizzati in un open world divertente e non troppo dispersivo.

Anche con questi buoni propositi, tuttavia, fare un remake di un gioco del genere si è rivelato un azzardo che Square ha voluto correre, anche a fronte della buona accoglienza della Tomb Raider: Definitive Edition. Purtroppo stavolta la magia è riuscita solo a metà a causa della vecchiaia del gioco che non si può mascherare, neppure con l’ausilio di console potenti come Xbox One e Playstation 4.

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TRIADE A 1080p

La prima cosa che salta all’occhio di questa nuova versione sono i famigerati 1080p, che negli ultimi tempi stanno facendo tanto scalpore. Ma fermarsi solo a questo aumento di risoluzione sarebbe ingiusto, visto che la Definitive Edition aggiunge qualche cosa di più. Troveremo nel gioco nuovi effetti di luce, più morbidi e più realistici. I personaggi sono più dettagliati, anche se nei movimenti risultano ancora un po’ legnosi e sopratutto nella mimica facciale non nascondono l’età del gioco, ma dopotutto modificare quelli avrebbe richiesto una riscrittura del codice ben più profonda e sicuramente più costosa. Si riempiono anche i scenari, che ora presentano su schermo un maggior numero di personaggi non giocanti e di oggetti distruttibili accompagnati da nuovi effetti.

Purtroppo la vecchiaia del motore di gioco si fa sentire in maniera abbastanza evidente, come già scritto sopra. Il frame rate, bloccato a 30fps non è per nulla granitico, e ci saranno situazioni in cui non esiterà a scendere (a volte anche nei filmati d’intermezzo) in manierà abbastanza odiosa. Rimane anche l’effetto ragdoll dei corpi dei nemici, che manda al diavolo tutte le leggi della fisica conosciute. Inoltre anche la qualità di certe texture è inadatta a quanto abbiamo visto nelle nuove produzioni (anche remaster) che dimostrano le lacune del motore, già visibili nella versione del 2012.

PIATTO RICCO A PREZZO ONESTO?

L’offerta di Sleeping Dogs: Definitive Edition è assolutamente corposa. Oltre al gioco principale, che ci terrà impegnati piacevolmente nelle 30/35 ore di gioco in caso ci piaccia il completismo, avremo anche tuti i DLC usciti per il gioco. Insieme ad una miriade di vestiti aggiuntivi, missioni secondarie etc etc… nel pacchetto ci saranno anche le espansioni che ci regaleranno altre ore di divertimento (anche se la qualità della storia delle stesse è lievemente inferiore a quella della trama principale).

Tutto questo bel pacchetto purtroppo ha un costo che oseremmo definire eccessivo, specialmente considerato che su PC e console old gen tutti i contenuti si trovano ad un prezzo inferiore di più della metà. E’ vero, il gioco è ripulito e di sicuro nella sua veste migliore (su console, visto che su PC la versione del 2012 è ancora avanti sotto molti punti di vista), ma nonostante questo vendere il pacchetto quasi a prezzo pieno ci sembra esagerato e controproducente contro quella che poteva essere una seconda vita di un titolo eccessivamente sottovalutato.