Recensione Valiant Hearts

Ubisoft, ma vaffa…! Questa è la frase preferita di molti videogiocatori, che negli ultimi anni è diventata un vero e proprio tormentone, a causa delle molte incoerenze nei vari settori della casa francese. In effetti tra downgrade, saghe infinite con migliorie risibili e alcuni DLC veramente improponibili, i giocatori si sono sentiti un po’ presi in giro da molte mosse del publisher. Inutile dire che quest’anno i cugini francesi hanno voluto stupire tutti, immettendo nel mercato due prodotti piccoli (se paragonati con bestie AAA come Watch Dogs o Assassin’s Creed) ma dall’impatto notevole. Primo tra tutti c’è Child of Light, di Ubisoft Montreal, che ha stupito in positivo gli amanti dei giochi di ruolo. E poi c’è Valiant Hearts, l’ultimo piccolo gioiello, sfornato da Ubisoft Montpellier, che andremo a spolpare nella nostra recensione.

Valiant Hearts: Un’avventura nella prima guerra mondiale!

L’Arciduca Francesco Ferdinando viene assassinato nel 1914 (cento anni fa) è questo da’ l’avvio a una sequela di eventi che portano la Germania a dichiarare guerra alla Russia, dando origine a quello che sarà il conflitto più devastante della storia dell’umanità fino ad allora. I Francesi, per motivi di alleanze, cominciano a deportare i tedeschi residenti in Francia, ed è proprio qui che la nostra storia comincia. Karl, un ragazzo tedesco, vive nella sua fattoria con la moglie francese Marie e con il padre di lei, Emile. A causa delle deportazioni, e dell’entrata in guerra della Germania, Karl è costretto a ritornare in patria per entrare nell’esercito tedesco, lasciando Marie e il suo piccolo bambino, Victor, da soli. Infatti anche Emile è chiamato a servire la Francia nel suo esercito, promettendo alla figlia di provare a ritrovare il suo amato, schierato dall’altra parte. Durante la permanenza in esercito, Emile fa la conoscenza di Freddie, un americano che si è arruolato nell’esercito francese per combattere i tedeschi per motivi di vendetta. Da qui nascerà un’amiciza tra i due che li porterà a vivere molte avventure nella guerra che diventa sempre più straziante. È proprio durante una di queste che i due, accompagnati anche dal fedele cane, che segue Emile per motivi spoilerosi che non raccontiamo perchè non ve li vogliamo rovinare, incontrano l’ultimo personaggio di questa storia, Anna. Ella è una veterinaria belga, che si trova invischiata nella guerra per cercare di salvare suo padre, tenuto prigioniero da uno dei gerarchi tedeschi, il Barone Von Dorf. I quattro protagonisti, quasi sempre accompagnati dal loro fido compagno canide, vivranno un’avventura raccontata con toni principalmente leggeri (anche se le scene tragiche non mancheranno) rendendo quasi fuorvianti i trailer tragici che Ubisoft ha rilasciato prima del lancio di questo gioco. Non fraintendete, non si tratta di una storia di miele e zucchero, tuttavia l’avventura sarà godibile e grazie anche allo stile grafico non ci farà mai cadere in depressione.

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Puzzle Gameplay

Il gioco è un’adventure con molti enigmi e puzzle, ottimamente costruito attorno ai personaggi, che grazie alle loro abilità in certe occasioni dovranno cooperare per andare avanti. Il cane inoltre permette di approciarsi a certi enigmi che ci permetteranno di accedere a delle zone altrimenti irraggiungibili, rendendo la presenza dello stesso estremamente fondamentale nell’economia generale del gioco, a differenza di altri cani pressochè inutili (ogni riferimento a Riley è puramente casuale). Purtroppo dobbiamo anche ammettere che i vari enigmi sono piuttosto semplici, e anche progredendo nel gioco non ci saranno situazioni di smarrimento come in molti altri esponenti del genere. Di sicuro questa semplicità è data dal fatto di rendere il gioco più accessibile e fluido, anche se la presenza di un indizio automatico fornito dopo neanche un minuto ci pare estremamente eccessivo. Niente che vada ad intaccare in maniera ampia la qualità del gioco, ma di sicuro i giocatori più hardcore storceranno spesso il naso di fronte ad enigmi a volte troppo banali.

Un plauso va inoltre alle sezioni di guida, dove la bella Anna dovrà guidare a ritmo di musica evitando gli ostacoli e i nemici. Inoltre ci sarà anche una divertente boss fight. Queste sezioni durano il giusto, e saranno anche rigiocabili, solo per godere della splendida coreografia che le adorna (specialmente quella con il Can Can di Offenbach).

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Una guerra mondiale bellissima da vedere

Non una frase molto sensibile, ma di sicuro la più appropriata per descrivere il comparto visivo di questo gioco. Dopo Rayman e Child of Light, l’UbiArt Framework, il motore grafico che muove il gioco, si dimostra qualcosa di incredibilmente spettacolare e qualitativo. I ragazzi di Ubisoft Montpellier sono dei veri artisti, e lo dimostrano utilizzando questo motore con grazia ed esperienza. Le immagini sembreranno disegnate sul vostro LCD, dimostrando una pulizia grafica varemente invidiabile, con ogni minimo particolare dettagliato e caricaturizzato. Sebbene criticato da alcuni colleghi del settore, noi pensiamo che questo motore sia uno dei punti forti della produzione, e uno dei fattori dell’attacamento che ogni giocatore proverà nei confronti dei personaggi di questa avventura.

E il resto?

Inutile ribadirlo, Montpellier ha fatto un lavoro egregio in ogni comparto di questa produzione. La longevità in primis è molto buona, e grazie ai collezionabili e ai diari dei personaggi (che amplieranno la storia e il background dei personaggi) potremo arrivare a far durare l’avventura anche una decina di ore senza il minimo problema. I più rapidi potranno completare quest’esperienza anche in 6/7 ore, ma si perderanno molte piccole chicche che rendono questo titolo una piccola perla di questo 2014. L’ottimo lavoro si nota anche nell’arrangiamento e utilizzo delle musiche, che saranno adatte ad ogni situazione, e varieranno da quelle più avventurose e allegre a quelle più tragiche con ottimo tempismo. Interessanti anche le curiosità sulla prima guerra mondiale che sbloccheremo nel gioco, sotto forma di cronache, in cui scopriremo alcuni particolari della guerra che di sicuro andranno ad arrichire la nostra conoscenza sul conflitto.