Il genere platform, dopo l’epoca d’oro durata fino ai tempi della prima Playstation, è andato via via sfaldandosi. Sul primo monolite grigio c’erano nomi illustri come Croc, Pandemonium, Crash Bandicoot (quando era in mano ai Naughty Dog), solo per citarne alcuni. Su PS2 la serie di Jack And Dexter e Ratchet and Clank. Su Ps3, invece, Little Big Planet (che chiamare platform è riduttivo) ha fatto tutto in solitaria. Praticamente un’evoluzione al contrario per questo genere.
I reali motivi di questa inversione probabilmente non li sapremo mai. Comunque, a cambiare questa tendenza ci ha pensato come sempre Sony.
Proprio al lancio della sua quarta generazione videoludica infatti, la sfida per rilanciare questo genere è stata presa al balzo con un titolo sottovalutato ma grandioso. Signori ecco a voi Knack.

Pane , artefatti e fantasia

La trama di Knack è quanto di più fantasioso e semplice ci possa essere, ma nonostante tutto risulta essere molto originale.
In un mondo fantastico gli umani e i goblin sono in guerra da moltissimo tempo. Il tutto è degenerato da quando questi ultimi si sono dotati di armi nuove e moderne fornite da un misterioso individuo.
Per contrastarli, gli umani sfruttano a loro volta dei robot delle industrie Viktor.
Nonostante questo però, il noto Dottor Vargas ha ideato una nuova macchina da guerra, più potente ed efficace contro la minaccia: Knack, un golem capace di assorbire e sfruttare reperti archeologici di una civiltà antica e perduta.

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Parte così quella che si rivela essere una missione contro i goblin e contro chi trae beneficio dal conflitto.
Knack, se proprio vogliamo riassumerlo in poche parole , è un tripudio di titoli messi insieme.
Quali? God of War, Katamari, Crash Bandicoot. Praticamente il meglio.
Il gioco si presenta come un action arcade in terza persona, costellato di elementi platform e azione. I livelli sono lineari, ma pieni di arene dove combattere. Infine c’è la raccolta di oggetti (segreti e non) atti a potenziare Knack.
Insomma, il meglio del meglio riproposto in maniera orignale.

Costruzioni a comando

Non fatevi ingannare dalla sua natura platform, o dai video visionati in giro per il web: Knack non è un giochino, o un mero passatempo fine a se stesso.
I controlli sono minimali, e vengono ditribuiti in questo modo: analogico sinistro per il movimento, destro per la schivata, un tasto per il doppio salto e uno per le mosse speciali.
Non ci sono power up attivi da sbloccare, nè abilità speciali, nè altre opzioni (a parte alcuni potenziamenti passivi di cui parleremo più avanti).
Knack è concepito come un titolo che definiremmo “vecchia scuola”. Il comportamento da adottare è di prudenza assoluta. Quindi dovremmo attuare diverse strategie per poter superare indenni i combattimenti. Raccogliendo reperti, durante l’arco dell’avventura, Knack accrescerà la sua barra vitale. Ma cresceranno anche le sue dimensioni, così come i suoi nemici. Quindi niente azione massiva. Basteranno due o tre colpi ben assestati dai nemici per ritrovarsi KO. Per ciò che concerne il livello di difficoltà complessivo, esso sarà bilanciato dal gioco stesso, mettendoci di fronte arene con nemici sempre più agguerriti, che molto spesso attaccheranno in gruppo e con armi a distanza. Ecco che torna quindi l’assoluta strategia tra un combattimento e l’altro. Tra un nemico ed un altro. A questo bisogna aggiungere una gestione dei checkpoint che fa molto “trial and error”. Se all’inizio questi saranno ravvicinati tra loro, andando avanti con la storia ci ritroveremo a dover affrontare intere sezioni, dopo un Game Over. Il tutto non risulta frustrante, ma tremendamente appagante, sopratutto dopo aver superato una zona ostica tentata 3 o 4 volte.

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Come anticipato in precedenza, Knack cresce assorbendo i reperti. E in alcune sezioni di gioco potremo trovare dei reperti speciali che, se raccolti, forniranno ulteriori potenziamenti passivi (quindi non attivabili a comando).
Inoltre Knack accrescerà di dimensioni e potenza non solo con i reperti “ordinari”, ma anche attraverso gli oggetti che lo circondano, come i cristalli di ghiaccio (che però si scioglieranno al sole), il legno (che si brucerà a contatto con il fuoco) o il metallo. Ci sarebbe anche il vetro, ma quest’ultimo serve solo ad ingannare eventuali sensori di rilevamento. La particolarità è che, in questi frangenti , saremo estremamente vulnerabili.
Non dimentichiamo l’assorbimento dei cristalli di sole. Assolutamente indispensabili per caricare l’indicatore atto ad effettuare delle super mosse.

Lucidami i pezzi, sono Next-Gen

Lo stile grafico utilizzato in Knack ricalca molto quello utilizzato per gli storici Ratchet and Clank o Jack and Dexter. Tinte pastello e grafica quasi cartoonesca.
Il modello poligonale di Knack è composto da una mole di poligoni di tutto rispetto. Lodevole sopratutto quando raggiunge dimensioni enormi. Come lui anche i nemici più importanti. Il resto dei personaggi però non gode della stessa cura certosina.
Gli ambienti di gioco sono curati, ma in sostanza molto semplici e godibili. Ottimi gli effetti di luce ed ombra, ed alcuni effetti particellari di rilievo.
Abbiamo notato dei piccoli cali di frame-rate durante le scene di intermezzo, ma nulla di rilevante. Knack gira tranquillamente a 30 Fps al secondo (anche se ci sono picchi sino a 40) e ad una risoluzione full HD di 1080p (secondo gli standard PS4 insomma).
Ottima la scelta di un’inquadratura fissa, molto ben gestita nel complesso dal gioco.
Il sonoro risulta essere buono, con una colonna sonora semplice e un buon doppiaggio interamente in italiano.
Il multiplayer si riduce ad una semplice modalità cooperativa, e nulla più.
Per quanto concerne la longevità, Knack porterà via circa 12 ore per l’avventura principale.
Queste poi dimuniranno se rigiocato con i segreti sbloccati e power-up passivi aggiuntivi.
Aggiungenteci delle modalità accessorie come time Attack e Colosseo, e avrete un altro paio di ore in più.