Anteprima Ark: Survival Evolved (Xbox One)

Sulla carta, quello di Ark: Survival Evolved è davvero un bel concept. Figlio della moda degli ultimi tempi di proporre indie open-world in cui l’unico obiettivo è cercare di sopravvivere (ci vengono in mente Rust e The Forest, ad esempio, ma anche Minecraft, in parte), rappresenta pure il ritorno dei dinosauri nel mondo videoludico. Le creature preistoriche vengono spesso snobbate dal mondo videoludico (tra i prodotti sui dinosauri degni di nota, a parte qualche tie-in di Jurassic Park, ricordiamo solo Dino Crisis), dunque vedere il loro ritorno con Ark non può che fare piacere. Dopo essere uscito in Early Access su Steam, ed aver ottenuto critiche altalenanti, Ark: Survival Evolved ha fatto il suo debutto anche in versione Preview su Xbox One: vediamo come se l’è cavata joypad alla mano.

Ark è pensato per essere un prodotto multigiocatore online, in cui la cooperazione è necessaria per formare tribù di giocatori che si aiutano nella sopravvivenza nello strano mondo di gioco (è il passato? O il futuro? O addirittura un altro mondo? Questo non ci è dato saperlo). Se siete totalmente digiuni da informazioni sul gioco, i vostri primi respawn saranno probabilmente molto frustranti, poiché non c’è modo di sapere cosa bisogna fare e come farlo (e già qui la necessità di collaborare con altri giocatori si fa sentire). Nell’enorme mappa di gioco si distinguono delle strutture dall’aspetto fantascientifico, che attrarranno inevitabilmente l’attenzione del giocatore, ma dovranno essere snobbate per gran parte del gameplay, poiché servono solamente a raggiungere il boss-dinosauro finale del gioco attraverso un intricato sistema che, nuovamente, al giocatore non è dato conoscere.

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Il grosso del gameplay si concentrerà dunque sul raccogliere risorse, craftare oggetti, cacciare dinosauri (per procurarsi il cibo necessario alla sopravvivenza) e costruire rifugi (per proteggersi dal freddo, più che dai rarissimi predatori). Tutto potrebbe ben presto venire a noia, molto più su Xbox One che su PC, poiché il sistema dei menu (necessario per svolgere il 90% delle azioni possibili) e dell’HUD in generale è esattamente lo stesso della versione PC, e diventa quindi parecchio difficile da utilizzare con un gamepad. In realtà, praticamente tutto ciò che abbiamo visto è mutuato dalla versione PC pedissequamente, senza nessuna variazione sostanziale.

Non ci sono dunque differenze nel comparto tecnico rispetto a quanto già visto: si tratta di un mondo molto vasto e a prima vista gradevole da vedere, seppur nel dettaglio modelli e texture non siano assolutamente all’altezza della next-gen (ma, trattandosi di una produzione indie, possiamo sicuramente sorvolare su quest’aspetto). Ciò che ci ha lasciati interdetti è stato sicuramente notare il crollo del framerate anche in situazioni apparentemente normali, ed anche su server singleplayer (su cui, fattore degno di nota, si può giocare anche in assenza di un abbonamento a Xbox Live Gold).

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La difficoltà del gameplay, seppur spinta dalla mancanza di informazioni date al giocatore, è alta, almeno all’inizio. Cominciando a salire di livello ed a conoscere meglio gli obiettivi da raggiungere, la parabola della difficoltà si assesta su un buon livello. È stato un peccato notare che anche la versione Xbox One è afflitta da bug e soprattutto glitch grafici: ci siamo imbattuti in dinosauri incastrati nella mappa di gioco, e anche in effetti di luce completamente sbagliati. Da segnalare anche l’assenza (per il momento) del supporto agli obiettivi di Xbox One, feature che sarà sicuramente inserita in futuro.

In realtà, gli aggiornamenti da parte di Wildcard Studio dovrebbero essere abbastanza frequenti, e restiamo fiduciosi nel loro operato, sicuri che risolveranno tutti i problemi che si possono riscontrare nell’attuale versione del gioco, e magari adotteranno qualche soluzione per introdurre il giocatore nel mondo di gioco nel modo più “indolore” possibile. Al momento vi consigliamo quindi di attendere un po’ prima di acquistare Ark: Survival Evolved, perché sebbene la situazione non sia catastrofica, molto può essere (e sicuramente sarà) migliorato.