Recensione Story of Seasons

La serie di Harvest Moon, in Italia, non è particolarmente celebre, sebbene oltreoceano (e soprattutto in territorio nipponico) abbia la sua folta schiera di appassionati. Ogni titolo di Harvest Moon, esclusiva delle console Nintendo dal 1996, è stato sviluppato da Marvelous e distribuito da Natsume Inc., almeno fino al 2013, quando per la prima volta della localizzazione e distribuzione dell’ultimo titolo Harvest Moon negli Stati Uniti si è occupata direttamente la divisione USA di Marvelous, perdendo i diritti del nome “Harvest Moon”. Per questo motivo è stato rilasciato un titolo chiamato Story of Seasons per 3DS, ultimo Harvest Moon sebbene non possa fregiarsi del nome Harvest Moon. Con un po’ di ritardo, Story of Seasons è arrivato anche in Europa, distribuito direttamente da mamma Nintendo, e con nostra sorpresa si è rivelato molto più profondo di quanto le apparenze sembrassero suggerire.

Come la serie da cui proviene, anche Story of Seasons è essenzialmente un Farm Simulator. La nostra avventura inizierà infatti con il nostro arrivo a Querciallegra, un villaggio in cui l’economia è basata essenzialmente sull’agricoltura e l’allevamento. Dopo una breve personalizzazione del nostro alter-ego (con un editor abbastanza scarno, in realtà), inizieremo il nostro apprendistato (leggasi tutorial super-scriptato) presso un’anziana abitante di Querciallegra, che ci inizierà al mondo del farming. Ci ritroveremo quindi all’interno di un lunghissimo tutorial non skippabile, che ci spiegherà per filo e per segno le meccaniche (in realtà anche abbastanza profonde) del gioco. Scopriremo così le modalità per ottenere un buon raccolto, ad esempio, a partire dal preparare il terreno con la zappa, proseguendo con la semina, e attendendo il raccolto pazientemente annaffiando le colture ogni giorno. Bisognerà prestare attenzione anche all’allevamento, prendendosi cura degli animali (inizialmente avremo a disposizione solo una mucca, da cui ricavare il latte).

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Finalmente, finito l’apprendistato presso la vecchina, potremo prendere possesso della nostra fattoria, totalmente personalizzabile. Potremo scegliere come disporre il terreno da coltivare, dove posizionare la stalla (e successivamente anche pollaio, e casetta per gli animali domestici), e potremo anche ristrutturare la nostra abitazione, sia esternamente che internamente (sostituendo pareti, pavimenti, e disposizione dei mobili). Il gioco ci permette infatti anche di costruire mobili, abbattendo alberi per ottenere legna, e distruggendo massi per ottenere pietre. Con l’avanzare del gioco ci sarà permesso anche ampliare la nostra attività introducendo tessitura e vivai, per l’allevamento dei pesci.

Obiettivo del gioco sarà la trasformazione della nostra piccola fattoria in una vera e propria azienda agricola, grazie ai guadagni ottenuti vendendo ai mercati esteri i prodotti derivati dal nostro lavoro. E anche la componente economica del gioco nasconde meccaniche più profonde di quanto ci aspettassimo. Non sarà possibile infatti vendere i nostri prodotti all’interno del villaggio (che disporrà comunque di servizi, come l’emporio, in cui noi potremo spendere i nostri guadagni per comprare i prodotti necessari al miglioramento della nostra fattoria, come semi, progetti per il crafting, e materiali più comuni). Per vendere il nostro raccolto, il latte delle mucche e tutti gli altri prodotti, dovremo infatti attendere l’arrivo nella piazza del mercato di venditori provenienti da altri paesi, che proprio come nella realtà spesso avranno bisogno maggiormente di alcuni prodotti rispetto ad altri, che ci pagheranno quindi ad un prezzo maggiorato, e proporranno sconti per altri prodotti. Proporranno inoltre degli scambi di prodotti (vero e proprio baratto) e starà a noi scegliere se accettare o no.

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Sebbene visto così possa sembrare che il gioco proponga una visione del mondo alquanto capitalistica, in realtà la maggior parte dei contenuti sono volti all’educazione del pubblico di riferimento (bambini e pre-adolescenti). Il gioco infatti propone un disclaimer prima dello schermo del titolo che invita al rispetto degli animali e dell’ambiente (motivo per cui non potremo ricavare salsicce dalle nostre mucche, anche se ci piacerebbe). Da considerare anche che il nostro alter-ego, così come gli animali, avrà una barra della stanchezza. Se faremo stancare troppo il nostro personaggio, questo perderà salute, e produrrà meno. Allo stesso modo, se stresseremo gli animali, questi produrranno prodotti più scadenti. Anche per le coltivazioni ci sono vari elementi da considerare per ottenere un buon raccolto, tra cui la stagionalità, le condizioni atmosferiche e il tipo di terreno. Addirittura, se il terreno della nostra fattoria non ci soddisferà, avremo l’occasione di affittare terreni comunali, a patto di riuscire a vincere sfide con altri abitanti che vorranno il nostro stesso terreno.

Dal punto di vista tecnico, il gioco propone una visuale a volo d’uccello, con la mappa di gioco (di dimensioni non troppo grandi) divisa in varie aree. Ambienti e modelli poligonali non sono quanto di meglio si possa trovare su 3DS, sebbene nel complesso la grafica non lasci sfigurare il gioco. Anche la colonna sonora, composta da tracce tutto sommato orecchiabili, non si distingue particolarmente.

Come ormai avrete capito, in realtà il vero fulcro del gioco è il gameplay. Superato il pregiudizio da “gioco educativo per bambini” (che comunque è), Story of Seasons ha delle meccaniche innovative e incredibilmente profonde. Se consideriamo anche la longevità (spinta anche dal gameplay molto lento) praticamente infinita (con vari eventi comunali, arrivi di nuovi prodotti, e introduzione di altri personaggi che si avvicenderanno durante i vari mesi), il gioco, seppur di nicchia, non può che lasciar soddisfatti.

Pro

  • Quantità incredibile di contenuti
  • Meccaniche innovative e profonde
  • Longevità praticmente infinita

Contro

  • Tutorial troppo lungo e scriptato
  • Dopo il tutorial si viene praticamente lasciati a sè stessi
  • Gameplay ottimo ma lento