Ci sono un vichingo, un samurai e un cavaliere… Tranquilli, non è l’inizio di una barzelletta, è solo il concept alla base del nuovo titolo di Ubisoft Montreal che abbiamo avuto la possibilità di provare alla Milano Games Week. Si tratta di For Honor, un simulatore di guerra medievale che prende spunto da altri titoli come War of Roses e Chivalry e, tra le anteprime disponibili in fiera, è forse quella che ci attirava di più.

La lama dei miei antenati, il sangue dei miei nemici

Dopo una discreta fila, ci accomodiamo su dei comodi ceppi d’albero (non scherzo), davanti ad una postazione dotata di controller e headset, insieme ad altre persone. Prima di iniziare ci viene spiegato che la prova consinste in due fasi: un breve tutorial, dove ci verranno spiegate le basi del gioco, seguito da una partita multiplayer 4 contro 4.
La sessione inizia dalla scelta del nostro personaggio, diviso in tre “classi” differenti: avremo il cavaliere, dotato di scudo e spada lunga, che è forse la classe più bilanciata; il vichingo, dotato di una possente ascia che brandisce a due mani, ma anche piuttosto scoperto e lento nei movimenti; infine il samurai, che con la sua katana riesce a colpire i nemici a distanze maggiori ma è anche la classe che, a detta del gioco, è la più difficile da padroneggiare. Ogni classe era dotata di diverse skin, che modificano sia l’aspetto che il sesso del nostro personaggio.

 

Il tutorial ci presenta brevemente le meccaniche di combattimento, di cui preferisco parlarne in seguito, concentrandomi ora sul multiplayer. Come ci era stato spiegato prima di iniziare, la partita è una semplice modalità dominio in cui le due squadre dovranno cercare di ottenere il possesso di tre zone in modo da aumentare il proprio punteggio: naturalmente la squadra che possiede più zone riuscirà a raggiungere prima il limite prefissato, dopo il quale verrà bloccato il respawn alla squadra avversaria, la quale perderà non appena tutti i suoi membri saranno morti. Subito capiamo il perchè degli headset ad ogni postazione: la coordinazione e il gioco di squadra sono essenziali per poter vincere il match. Darsi indicazioni a vicenda, spostarsi velocemente nei punti della mappa in cui lo scontro è più agguerrito fa la differenza nel risultato finale, perchè spesso anche solo una situazione di 2 vs 1 è fatale per chi è in inferiorità numerica. Durante la battaglia, saremmo accompagnati da dei soldati che ricordano lontanamente i “minion” utilizzati soprattutto nei MOBA: non sono molto forti, la maggior parte delle volte muoiono con un colpo, ma rendono più immersiva l’atmosfera della battaglia e possono comunque risultare pericolosi in gruppo.
Riusciamo a vincere il match, battendo i nostri avversari più sul piano tattico che sul piano dell’abilità personale, anche perchè nessuno di noi aveva provato questo titolo prima.

 

For Honor: L’arte della spada

Se le meccaniche di gioco collettive funzionano, possiamo dire le stesso di quelle individuali?
Notiamo subito una certa somiglianza con il sistema di controllo del personaggio tipico degli action rpg molto in voga ultimamente (Dark Souls, ad esempio), anche se questa prima impressione viene presto smentita: piuttosto che un hack n’ slash, dove per sopraffare l’avversario basta premere una sequenza di tasti rapidamente, ci troviamo di fronte ad un ragionato sistema di difesa e attacco su tre direzioni (destra, sinistra e dall’alto), che possiamo cambiare rapidamente attraverso l’uso dello stick. Una volta lockato il nostro avversario, scegliendo tra attacco veloce e pesante, lo attaccheremo in base a come stiamo impugnando l’arma in quell’istante, mentre lui potrà parare il nostro colpo solo se si troverà nella stessa posizione (se attacco da destra, colui che si trova di fronte a noi dovrà difendersi alla sua sinistra, e viceversa). Si possono utilizzare anche delle brevi schivate, anche se la lentezza del roll (soprattutto nel vichingo), rende preferibile la difesa fisica.
Tramite questo sistema, non solo Ubisoft rende inutile lo spam di attacchi completamente casuali, ma rende anche particolarmente difficile il combattimento in inferiorità numerica, completando favorendo il gioco di squadra come già detto prima. Inoltre, c’è anche la possibilità di spezzare la guardia del nostro nemico o  di caricarlo frontalmente spingendolo a terra, per poi attaccarlo quando è inerme. Nel tutorial ci viene anche presentata la possibilità di entrare in modalità “revenge”, dove i nostri colpi diventano più forti e veloci per un determinato istante di tempo, ma non è ancora chiaro quando questa modalità diventa attivabile.
Dal punto di vista tecnico non abbiamo notato aspetti negativi, la grafica sembra rientrare nello standard a cui questa generazione ci ha abituato mentre le animazioni dei colpi sono fluide e relastiche.

Le impressioni di questa demo di For Honor sono più che positive: ci troviamo davanti ad un gioco che prende ispirazione da altri titoli migliorandone le meccaniche e si propone come capostipite di un nuovo genere action sul piano del multiplayer competitivo, con un sistema di combattimento bilanciato e votato al gioco di squadra. Le aspettative sono ormai più che alte e non ci resta che attendere l’uscita del titolo, che ricordiamo è prevista per il 14 febbraio 2017, sperando che possa dimostrarsi completo e lungevo.

Speranze

  • Multiplayer coinvolgente e votato alla coordinazione di squadra
  • Sistema di combattimento ben studiato
  • Comparto grafico e tecnico buono

Paure

  • Potrebbe risultare monotono dopo diverse ore di gioco
  • Il numero di mappe e modalità sarà adeguato?
  • Solo tre classi potrebbero risultare poche se non personalizzabili