Recensione Assassin's Creed Revelations

Puntuale come sempre, anche quest’anno a Novembre è arrivato il nuovo capitolo della serie che vede assassini e templari darsi battaglia attraverso i secoli, parlo di Assassin’s Creed Revelations.
Tutti abbiamo criticato Ubisoft riguardo la faccenda “un Assassin’s Creed all’anno è troppo e, prima o poi, finirà come Call of Duty”, e, dopo le affermazioni di Ubisoft in cui dichiarava che ogni capitolo di Assassin’s Creed viene realizzato da più team in più anni, la Software House ha dato prova delle sue parole.
Come sempre, il nuovo capitolo di Assassin’s Creed riesce a stupire incredibilmente sia dal punto di vista grafico, sia da quello della trama. Ma scendiamo più in profondità.

Assassin’s Creed Revelations si pone come sequel diretto di Brotherhood, partendo proprio dalla fine di quest’ultimo (Suppongo che se giocherete Revelations avrete già concluso Brotherhood e non vi spiacerà qualche spoiler, ma in caso contrario potete comunque saltare le frasi che seguono, poichè citerò la fine di Brotherhood).
Sono passati pochissimi attimi da quando Desmond Miles, discendente di Ezio Auditore e di Altair, dopo essere entrato in possesso della Mela dell’Eden è stato costretto a colpire Lucy con la lama celata. In seguito a quest’evento, Desmond è entrato in stato di Shock e gli altri assassini presenti sulla scena l’hanno messo nell’Animus, poichè solo lì dentro la sua mente resta unita.
Nell’Animus, Desmond si ritrova in una strana stanza, dove incontra il Soggetto 16, che negli altri capitoli di Assassin’s Creed avevamo solo sentito nominare, venendo a sapere successivamente della sua morte. Tuttavia il Soggetto 16 non è completamente morto, ma la sua mente è rimasta chiusa dentro l’Animus, non potendo tornare nel suo corpo. 16 farà a Desmond da guida nell’Animus, comunicandogli che solo vivendo gli ultimi ricordi del suo avo Ezio Auditore potrà tornare a vivere.
Così Desmond è costretto a vivere l’ultima avventura di un Ezio Auditore ormai cinquantenne in Terra Santa, sulle tracce del Grande Maestro dell’Ordine Assassino vissuto nel 1100: Altair (che sarà un personaggio giocabile in vari punti del gioco).
La trama ha una narrazione abbastanza avvincente, ricca di video, fino ad arrivare ad un finale che come al solito lascia il giocatore perplesso e con più domande di quando ha iniziato il gioco.

Il motore grafico è lo stesso utilizzato in Brotherhood, con modelli poligonali e textures più definite. Come al solito è bellissimo soffermarsi a contemplare il magnifico scenario che Ezio si trova davanti. Inoltre sono stati aggiunti anche nuovi effetti grafici, come i tetti in metallo che riflettono alla perfezione la luce del sole.
Come sempre si nota l’effetto pop-up degli elementi che caratterizza i giochi di Assassin’s Creed, seppur in maniera decisamente ridotta rispetto a Brotherhood e AC2.
Il comparto sonoro è buono e, seppur le musiche non siano poi così caratterizzanti, il doppiaggio è ottimo. Come ormai saprete, il doppiatore di Ezio è cambiato poichè l’assassino è invecchiato rispetto ai precedenti giochi e ci voleva una voce più adulta.

Riguardo il Gameplay, il discorso è complesso. Se da un lato ci sono pochissime novità, dall’altro funziona ancora alla grande, e squadra che vince non si cambia.
L’aggiunta più corposa per il gameplay sono sicuramente le bombe, che possono essere usate per attaccare le guardie o semplicemente distrarle. Le bombe devono essere create dal giocatore e ce ne sono di vari tipi. Più resistenti, per rimbalzare sui muri senza esplodere o appiccicose per restare attaccate all’obiettivo. Con all’interno spine o sangue d’agnello (che fa credere alle guardie di essere ferite, spaventandole).
Un’altra novità è la lama uncinata, che oltre ad essere più sfiziosa nei combattimenti, è utile soprattutto a Ezio per arrampicarsi meglio sulle pareti e gli permette di scorrere sulle corde che collegano due edifici.

Forse, però, la difficoltà è rimasta ancora bassa, certamente non aiutata dagli scontri con le guardie che difficilmente dureranno più di un minuto. Anche gli enigmi presenti nei vari “dungeon” (se così possiamo chiamarli) sono decisamente facili. Un vero peccato che Ubisoft non abbia offerto più livelli di difficoltà, da scegliere a discrezione del giocatore, come ormai si usa fare nella maggior parte dei videogames.
La longevità è anch’essa un po’ deludente. L’avventura si aggira intorno alle 10 ore, seppur sia allungata dalle decine di missioni secondarie che Ezio deve compiere che possono andare dal reclutare nuovi assassini a togliere pezzi di città dalle mani dei templari (esattamente come accadeva in Brotherhood). Inoltre, quando le missioni di Ezio saranno finite (e sono parecchie) ci saranno ancora quelle di Desmond da compiere, che ricomporranno i ricordi più importanti della sua vita, fino al rapimento da parte dell’Abstergo.

Come in Brotherhood, anche Revelations ha la modalità multiplayer. Questa modalità è sostanzialmente la stessa di Brotherhood, sebbene siano state limate parecchie cose e rese migliori. Inoltre ci sono nuovi personaggi utilizzabili e nuove mappe. Il gameplay del multiplayer, escludendo le nuove modalità e rimanendo in quella principale, è perfettamente assimilabile a quello di Brotherhood.

Sperando di non avervi annoiato troppo, passo ai voti:

Grafica: 9.5
Sonoro: 8,3
Gameplay: 8,5
Longevità: 8,7

Voto: 8,7

In fin dei conti, Assassin’s Creed Revelations è davvero un buon gioco. Se avete amato Brotherhood non potrete fare a meno di amare anche questo, poichè ne migliora tutte le caratteristiche oltre a chiudere una volta per tutte l’arco narrativo riguardante Ezio e Altair.
Adesso però vogliamo il vero Assassin’s Creed III. Nuovo protagonista, trama agli stessi livelli ma, soprattutto, corpose aggiunte al gameplay.
Assassin’s Creed Revelations è disponibile per Xbox360, PS3 e PC.