Recensione Crimson Dragon

La lista dei giochi di lancio della nuova console di casa Microsoft forse ha fatto storcere il naso ad alcuni giocatori, ma di sicuro non per la varietà. Il potere di mettere mano a giochi action, simulatori di guida o gestionali di zoo è di sicuro uno dei vantaggi che la console di casa Redmond ha. Ma provando con mano Crimson Dragon ci rendiamo conto di quanto questa varietà possa fare la differenza nei primi mesi dal lancio.

Inatteso?

Annunciato durante il Tokyo Game Show di due anni fa con il nome di Project Draco, il gioco si proponeva come un seguito spirituale della serie Panzer Dragon, il cui ultimo capitolo approdò proprio sulla prima console di casa Microsoft con titolo “Panzer Dragon Orta”. Lo stile di gioco era sempre ancorato alle meccaniche classiche dei Shooter su binari, classico della serie, con la particolarità che il gioco doveva funzionare mediante il massiccio utilizzo della periferica Kinect di Xbox 360.

Cosa sia successo poi lo possiamo solo immaginare, visto che all’uscita pianificata al 2012 è seguita la notizia all’E3 di Microsoft che il gioco sarebbe stato uno dei titoli di lancio per la nuova Xbox One e che non avrebbe necessitato obbligatoriamente del sensore di movimento, il che ha reso felice più di un giocatore.

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Tutti a Draco!

La trama di Crimson Dragon è molto abbozzata, anche perchè lo stile di gioco si basa tutto sul gameplay. Non ci saranno cutscene, tranne che per qualche immagine con narrazione di sottofondo. Ci verrà spiegata la storia di come l’umanità si sia stabilita su Draco, pianeta dominato da creature selvagge che poco tollerano la presenza umana. Nel corso degli anni alcune persone hanno sviluppato la capacità di comunicare con i draghi del pianeta e di conseguenza di diventarne i cavalieri.

Come da tradizione, il nostro personaggio sarà un novellino sopravissuto alla prima missione (che fungerà da tutorial) nella quale il resto della squadra è perito a causa della bestia conosciuta come lo Spettro Bianco. Questa creatura leggendaria sarà il peggior nemico da affrontare, e il novellino dovrà affrontare varie missioni per tutto il pianeta preparandosi per lo scontro finale.

Senza entrare troppo nel dettaglio, la trama di Crimson Dragon si dimostra affascinante, anche se di sicuro poco approfondita, ma si lascerà seguire con piacere. Si poteva di sicuro fare di più, ma è innegabile che buona parte delle persone che daranno una chance al gioco si troveranno davanti un plot originale e intrigante, nel suo piccolo.

Nonostante partiremo con un drago base, nel corso dell’avventura potremo guadagnare crediti e potenziamenti allo scopo di potenziare la nostra creatura, insegnandogli nuovi attacchi e abilità e potendolo anche far evolvere al conseguimento di determinate condizioni.

Ci saranno Draghi per ogni tipo, con punti di forza e debolezza, e con un po’ di strategia potremmo affrontare le missioni nelle varie location con la bestia adatta. Infatti potremo terminare il gioco anche con il nostro drago preferito, ma se si vuole ambire a punteggi migliori, si dovrà necessariamente variare la nostra scelta con diversi tipi di creature.

La potenza è niente senza controllo

Prendere confidenza con i controlli sarà una delle parti più difficili di Crimson Dragon, sopratutto per chi si avvicina la prima volta a questa tipologia di gioco. I controlli in effetti saranno l’ostacolo più grosso da superare, ma con un po’ d’impegno e una dose di buona volonta avrete il controllo perfetto del vostro drago.

La maggior parte del lavoro la farà in automatico, come ogni buon railshooter che si rispetti, tuttavia questo non implica la facilità nell’apprendimento dei comandi del gioco. Con la levetta analogica sinitra muoveremo il nostro drago, mentre con la destra controlleremo il mirino. Ovviamente servirà buona coordinazione, visto che nell’arco dell’avventura dovremo utilizzare sapientemente entrambi i controlli. Da questo punto di vista è da segnalare la telecamera, che non essendo perfetta ci rallenterà parecchio. Non di rado capiteranno situazioni in cui saremo accerchiati da nemici, e ciò ci porterà spesso e volentieri ad avere un fianco scoperto. Servirà una precisione assoluta nel controllo per evitare di subire qualsiasi tipo di danno, cosa che certamente scoraggerà molti. Fortunatamente i draghi sono bestie portentose, e la maggior parte dei colpi porteranno danni lievi, ma faranno anche molto male nella valutazione della missione, fondamentale nel guadagnare i crediti.

Oltre ai movimenti base, con la pressone dei dorsali potremo effettuare una schivata nella direzione del dorsale di riferimento. Questo tuttavia ci impedirà di attaccare (anche se viene in nostro aiuto un’abilità acquistabile che annulla anche questo svantaggio), rendendo di fatto una mossa a doppio taglio, a seconda della situazione e del drago in uso.

Con il D-Pad potremo comandare i nostri alleati che potremo ingaggiare prima di ogni missione. Ovviamente la scelta di volare in due è facoltativa, ma se si vuole avere punteggi alti in determinate sezioni, diventa assolutamente necessaria. Premendo avanti il nostro compagno si posizionerà davanti a noi, di conseguenza buona parte degli attacchi saranno concentrati su di lui, permettendoci di coprire i lati e la parte posteriore. Con il tasto indietro il nostro compagno logicamente si sposterà dietro con tutto ciò che ne consegue.

Per finire segnaliamo anche la presenza di una mossa finale che si può utilizzare con il tasto B. Si tratta di un attacco potentissimo con diversi effetti (ce ne saranno di molti tipi) che distruggeranno tutti i nemici sullo schermo. Ovviamente premendo il tasto B anche il nostro compagno eseguira la sua mossa finale, che potrà essere differente dalla nostra, rendendo l’attacco devastante. Naturalmente ci sarà un numero prestabilito di volte che potremo utilizzare tale abilità, anch’esso aumentabile a seconda dei vari potenziamenti effettuabili.

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Altra piccola nota di merito va all’utilizzo degli impulse Trigger del controller di Xbox One che reagirà diversamente a seconda dell’attacco leggero o pesante utilizzato. Si tratta di una piccolezza che comunque fa piacere, dato che sentirete effettivamente il peso di ogni palla di fuoco lanciata.

Una cosa che invece poteva essere evitata è la modalità libera, che in certi punti della campagna (pochi, fortunatamente) ci lascerà libero controllo del drago. Purtroppo i difetti del sistema di controllo che vengono equilibrati con un po’ di esperienza di gioco, in questa modalità si fanno sentire tutti. Oltre infatti ai controlli precedentemente citati potremo anche accellerare o rallentare la cavalcata, spostandoci in maniera libera verso i bersagli. Peccato che la telecamera in questi frangenti sia ai limiti dell’ingestibile.

Per quanto riguarda l’utilizzo di Kinect, vi basti sapere che è stato notevolmente ridimensionato (e forse è meglio così). Lo potremo utilizzare per navigare nei menu e per dare ordini al nostro compagno di squadra, chiedendogli di attaccare o di spostarsi in avanti o indetro rispetto alla nostra posizione. Nulla di particolarmente primario, ma si utilizzerà giusto per sbloccare l’obiettivo che lo richiede.

Casual o Classica

All’inizio della nostra avventura ci verrà richiesto di scegliere tra modalità Classica o modalità Casual. Non vi spaventate, perchè il gioco è tutt’altro che adatto ad un’utenza casual. La prima è quella che potremo definire la modalità normale/difficile, dove i danni degli avversari sono più forti e i nemici più agguerriti. D’altra parte però nella modalità Classica avremo possibilità grazie a delle microsfide in ogni missione di guadagnare medaglie che ci serviranno a guadagnare più esperienza, aumento di fatto la rigiocabilità delle missioni.

La modalità Casual invece è adatta a chi si avvicina al gioco la prima volta, di sicuro la più consigliata visto il genere di nicchia della produzione. Non avremo la possibilità di guadagnare medaglie e sopratutto gli avversari saranno più mansueti e i danni meno efficaci. Ma non lasciatevi ingannare, perchè ci saranno sezioni veramente ostiche, specie verso la fine del gioco.

Tuttavia in entrambe le modalità potremo verificare la bontà del sistema di potenziamento del drago in maniera libera. Si tratta del Giaciglio del Drago, dove potremo decidere di potenziare la nostra creatura con nuove abilità. Il sistema non è profondissimo, ma di sicuro ci permetterà di avere la nostra creatura preferita in base alle nostre preferenze tattiche ed ovviamente estetiche.

La longeva arte del “Grindare”

Giocando la campagna principale potremo svagarci per un periodo che va dalle 6 alle 10 ore di gioco. Ma chiariamo subito che questo gioco non basa la sua componente della longevità alla sola campagna, bensì al fattore sfida. Ogni missione sarà premiata con un punteggio che va da D ad S con tutto ciò che ne consegue. E per essere i migliori dovremo convincerci che per completare ogni schema servirà un drago adatto e adeguatamente potenziato. Per avere i draghi perfetti dovremo grindare, e tanto. Incontro ci viene un sistema di microtransazioni che si basa al 90% sui crediti guadagnati in gioco. È vero che ci saranno anche delle gemme acquistabili con la carta di credito di papà, ma risulteranno comunque inutili se non si gioca. In pratica ci troviamo di fronte ad un sistema che spinge il giocatore a giocare tanto (strano di questi tempi) e utilizzare in maniera intelligente i potenziamenti. Noi abbiamo guadagnato più di 20 ore di divertimento che di sicuro per un titolo scaricabile a 20 euro non ci saremmo mai aspettati.

Purtroppo c’è anche il rovescio della medaglia, ovvero le ambientazioni. Nonostante le abilità e i draghi siano presenti in abbondanza per un titolo del genere, le ambientazioni sono poche. Ogni scenario avrà dalle 2 alle 6 missioni, ma purtroppo saranno tutte molto simili e senza variazioni nel sistema di gioco. Dovremo sempre eliminare dozzine di nemici seguiti di tanto in tanto da un mini-boss o boss. E si ripeteranno di continuo, portando il giocatore al cospetto della noia più assoluta. Ovviamente è una cosa soggettiva, ma questa è la nostra perlessità più grande.

Next-Gen?

Come scritto sopra, la piattaforma d’origine di Crimson Dragon era proprio Xbox 360, e per quanto riguarda il lato tecnico del gioco la cosa non è in dubbio. A parte qualche effetto particellare e qualche effetto di luce in alcune ambientazioni, il gioco rimane sostanzialmente Old-Gen. Nulla da dire sulla modellazione dei draghi e sul comparto di animazione, ma di sicuro non si sente la potenza che una piattaforma come Xbox One ha dimostrato di saper permettere.

La parte sonora vanta delle musiche assolutamente orecchiabili, ma nulla che rimanga particolarmente impresso nella memoria. Le musiche tuttavia si sposano bene con le missioni e non stonano affatto con la direzione della produzione.