I videogiocatori di vecchia data ricorderanno certamente l’appagamento e la soddisfazione nel sconfiggere un boss in Ghost ’n Goblins o nel riuscire a terminare un livello in Alex Kidd o MegaMan. Dark Souls II rappresenta quello che potrebbe essere “un fascio di luce” per tutti i videogiocatori che sono, sotto un certo punto di vista, stanchi di un mercato videoludico che offre titoli fin troppo guidati, lineari e carenti di un vero e proprio mordente. Titoli che, una volta portati a termine, non riescono ad appagare come si deve una gran fetta di persone. Come con i precedenti Dark Souls e Demon’s Souls, From Software è stata nuovamente in grado di offrire un titolo in grado di regalare ai giocatori quel senso di appagamento e soddisfazione ricavato dallo sconfiggere un boss, superare un’area particolarmente impegnativa e infine terminare il gioco dopo aver sudato le fatidiche sette camice.
Pad alla mano, la prima cosa che salta all’occhio giocando Dark Souls II è sicuramente il tutorial, il quale ci farà immediatamente sbattere la testa contro le peculiarità del titolo. Dopo aver creato il personaggio, tramite una modalità di creazione vastissima la quale ci consente di regolare ogni dettaglio del nostro personaggio, dovremo scegliere la classe d’appartenenza e gli oggetti speciali, i quali ci torneranno utili più avanti nel gioco. Scegliere la classe in Dark Souls II è fondamentale; i più esperti, ovvero coloro che hanno giocato a Dark Souls e Demon’s Souls sapranno a menadito le caratteristiche principali di ciascuna classe, ma chi vuole cominciare da questo titolo la saga sarà sicuramente disorientato. Fortunatamente nulla è perduto poiché grazie al ricettacolo delle anime, oggetto che consente l’azzeramento e la redistribuzione dei punti ottenuti salendo di livello, si potrà cambiare la “via” del personaggio. Potremo dunque ritrovarci con un pg di classe cavaliere e utilizzarlo come mago, creare un ibrido tra questi ultimi e provare più volte combinazioni tra varie classi, fino a trovare quella che più consente alle nostre abilità di proseguire in maniera ottimale. Successivamente, dopo l’introduzione, i primi passi nel gioco saranno più che altro un tutorial per la sopravvivenza; le uniche indicazioni che ci verranno fornite saranno le più basilari, come i comandi base e rimasugli di informazioni riguardanti l’ambientazione circostante. L’unico modo per prendere la mano col gioco sarà dunque fare un’esperienza diretta, più e più volte, ripetendo gli stessi momenti e le stesse azioni fino a capirne perfettamente le meccaniche.
C’era una volta Drangleic…
Il continente nel quale si svolgerà la nostra avventura è Drangleic, un’antica terra un tempo ricca e prosperosa ora spenta e dilaniata da guerre e disavventure. La trama, come nei precedenti capitoli, viene solamente accennata tramite la conversazione con diversi NPC ed esaminando i vari oggetti e, addirittura, i vari equipaggiamenti verremo a conoscenza dei vari dettagli della storia generale, così come la storia del continente in sé. Le ambientazioni non potrebbero essere delle migliori: Majula, unico luogo di sosta durante il nostro viaggio, appare quasi deserto, le poche case sono ormai delle baracche e i pochi NPC rimasti ci racconteranno, in maniera molto superficiale, ciò che è accaduto alla terra di Drangleic, in preda ad uno sconforto quasi palpabile. Il circondato è caratterizzato da un’atmosfera malinconica accompagnata da una colonna sonora eccellente, la quale rimarca, appunto, la malinconia che aleggia nel villaggio. A Majula faremo inoltre la conoscenza dell’Araldo dello Smeraldo, una misteriosa ragazza che ricoprirà il ruolo di guida nel nostro viaggio delineando brevemente lo scopo di quest’ultimo. Attraverso tale ragazza verremo a conoscenza delle differenze che contraddistinguono Dark Souls II dal primo capitolo; quest’ultima ci consegnerà infatti una sola fiaschetta curativa Estus, la quale verrà incrementata di numero solamente grazie a dei rari frammenti che troveremo sparsi nella mappa. Inoltre potremo aumentare di livello solamente grazie ad essa, dunque ci ritroveremo più volte a fare marcia indietro e ritornare al falò di Majula per poter potenziarci. Relativamente a questa necessità, potremo utilizzare il teletrasporto tra falò differenti fin dall’inizio del gioco, così da non rendere quest’aggiunta troppo frustrante. Oltre a Majula il titolo offre, grazie alla vastissima mappa di gioco, un gran numero di location con paesaggi mozzafiato i quali ricalcheranno i canoni del genere Dark Fantasy-Mitologico, passando da fortezze e mura che portano ancora i segni di violenti guerre, tipiche del genere medievale, a foreste impregnate di misticismo classiche del genere fantasy. Se si vuole necessariamente trovare il pelo nell’uovo, si può dire che alcune location possano, per quanto ben realizzate, dare un senso di deja-vu, di già visto, probabilmente per il fatto che i generi calcati dalla saga sono piuttosto classici, fattore da non considerare comunque come un difetto in sé.
“Benvenuto in Dark Souls II”
Ma passiamo al fulcro principale di Dark Souls II, il motivo per cui la maggior parte, o meglio OGNI videogiocatore, è attratto dal gioco: il gameplay. Dark Souls II cura i difetti del precedente capitolo, come la presenza di molti bug e una fisica dei movimenti del personaggio e dei nemici non sempre eccellente per un titolo di tale livello. Nel primo capitolo non era raro infatti morire per un possibile errore del gioco come una compenetrazione poligonale o un calo di framerate troppo pesante. In Dark Souls II sono stati eliminati questi problemi e ci troveremo di fronte ad una delle migliori meccaniche Action-RPG che il mercato videoludico possa offrire: una ottima fisionomia e un’ottima meccanica dei movimenti del giocatore e dei nemici che rendono il combattimento ad arma bianca una vera e propria sfida di abilità, basata sulle competenze del giocatore con il proprio joypad, prontezze di riflessi e conoscenza dei movimenti del nemico. Tutto ciò sembrerebbe comportare un abbassamento della difficoltà ma grazie ad alcuni nuovi cambiamenti implementati nel gameplay, come la modifica dell’utilizzo degli oggetti curativi che cureranno l’energia lentamente e non tutto d’un fiato e l’IA dei nemici migliorata, è ottimizzata al fine di saper sfruttare queste meccaniche alla perfezione. Non sarà raro incontrare dei nemici che attaccheranno da un angolazione differente a quella della posizione del nostro scudo, attraversando le nostre difese e spingendoci in una posizione di svantaggio, o morire a causa di una fiaschetta bevuta una frazione di secondo più in ritardo del dovuto. Questi elementi, specie nelle boss fight, potrebbero essere una buone fonte di rabbia per il giocatore, il quale sarà irreversibilmente costretto a prendersela con sé stesso e a riprovare nuovamente la sfida, a meno che non si pecchi di pazienza. Unica pecca, se così la si vuole definire, è stata la mole di esperienza lasciata dai già numerosissimi boss, che rende relativamente inutile il fattore introdotto nel titolo, ovvero la sparizione del respawn dei mob nella mappa dopo una dozzina di volte che li si elimina, dettaglio non colmabile col nuovo oggetto introdotto, il falò ascetico, il quale aumenterà la difficoltà dei nemici dell’area del falò; insomma, questo dettaglio poteva da una parte facilitare il passaggio di diverse zone, ma allo stesso tempo incrementare la difficoltà di farming. Diciamo che si poteva sfruttare meglio.
Ma… tecnicamente?
Dal punto di vista tecnico Dark Souls II si distacca particolarmente dal primo capitolo, facendo grandi passi in avanti: i cali di frame rate, che nel primo capitolo erano una vera e propria fonte di frustrazione in particolari zone, le compenetrazioni poligonali, fonte di morti pressoché inutili, e la fisionomia del personaggio e di alcuni nemici sono stati corretti e ottimizzati, soprattutto per quanto riguarda il calo di frame rate. Nota dolente, purtroppo, relativa al comparto grafico, il quale appare comunque retrogrado e non particolarmente efficiente per un titolo di questo calibro. In compenso, la colonna sonora e gli effetti sonori sono sempre resi alla perfezione grazie a un comparto audio eccellente, il quale ci farà assaporare ogni nota della fantastica colonna sonora del titolo, senza contare l’ottimo doppiaggio generale.