Ubisoft non è solo Assassin’s Creed. Ma sopratutto, non è solo bug.
In questi ultimi anni, i titoli confezionati dalla software house sono stati molteplici, anche se nell’ultimo periodo gli stessi hanno perso per strada la qualità che contraddistingueva mostri sacri passati come Prince Of Persia.
Far Cry 3 è stata una bella sorpresa, alla sua uscita, e venne acclamato da pubblico e critica.
Era ovvio che questo avrebbe portato ad un seguito. La cosa meno ovvia era attendersi una ventata d’aria fresca in quanto ad innovazioni. Se è vero che FC3 è stato, per la serie, rivoluzionario, non ci si aspettava meno dalla sua quarta incarnazione.
Il brand ha perso originalità e freschezza? Scopritelo con noi.

Altro giro, altra corsa

Come c’era da aspettarsi, questo quarto capitolo della serie non è un diretto sequel del precedente. L’ambientazione risulta essere diversa, così come il suo eroe. Verremo letteralmente “gettati” nel Kyrat, località inventata ma ispirata a luoghi reali come il Nepal o il Tibet. Questa “regione” è comandata dal dittatore Pagan Min. Un “mezzosangue” se fossimo nell’universo della Rowling. Di orgini Inglesi e Cinesi, figlio di un boss legato a qualche famiglia della droga di Hong Kong.
Il nostro eroe invece sarà Ajay Ghale, originario del Kyrat ma americano al 100%. Tornato nel paese per spargere le ceneri della madre verrà coinvolto dallo stesso Pagan Min per il suo legame diretto con il primo leader della ribellione del Sentiero D’oro, ora Simbolo del conflitto in atto.
Ci fermiamo qui, come sempre, per non spoilerarvi nulla della trama, anche perchè la stessa risulta essere molto curata, anche se risulta meno “incisiva” (sopratutto quando si tratta di citare personaggi secondari rispetto alla scorsa incarnazione di Far Cry).
Questo ovviamemnte non deve impensierire. Verremo messi di fronte a scelte morali che cambieranno il proseguo della storia, delle missioni e del risultato finale del gioco stesso. E la cura maniacale riposta nel palinsesto è da applausi. Non si vedeva un lavoro certosino da parte di Ubisoft sulla trama da Assassin’s Creed II.

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Tiro fuori i coltelli?

A differenza di alcuni “nei” riscontrati nel comparto legato alla trama, sul fronte gameplay siamo di fronte a delle grandi novità.
Le missioni, anche quelle principali, possono essere affrontate nel modo e nella sequenza che più ci aggrada. Si sente però una certa differenza tra le diverse missioni. Alcune sono curate e assolutamente stupende, altre invece sono sì godibili ma non all’altezza.
Nonostante questo, le varie missioni non appaiono mai come banali e simili tra loro.
La caratterizzazzione delle stesse subisce un’evoluzione in positivo proseguendo con l’avventura. Più avanti nella storia, infatti, le missioni si allungheranno in durata, e gli ambienti saranno molto più complessi.
È proprio in quest’ultime che vien fuori la bontà del level design. Se vi siete preoccupati quando abbiamo citato la lunghezza delle missioni, tranquilli. I vari checkpoint sono ben dislocati all’interno delle stesse missioni, rendendo molto scorrevole la missione.
Saremo invogliati ad eseguire di tutto, in giro per il Kyrat. Le cose da fare sono state infatti moltiplicate. E non basterà la “sola” esperienza a fare da perno all’evoluzione del nostro personaggio. Dovremo metterci tutto l’impegno possibile nell’eseguire le varie missioni di caccia, di recupero ostaggi, automobilistiche etc.
Senza contare la complessità e la varietà che sono stati donati agli avamposti, ora dannatamente più difficili da occupare. Sarà possibile affrontarli nei modi piùà svariati: aiutandoci con gli elefanti per scaridinare qualsiasi cosa ci si pari davanti, o meglio con varie “esche” e sotterfugi. A voi la possibilità di scoprire e di sbizzarirvi.

Giusto per essere più precisi, quando parliamo di libertà, intendiamo la più totale libertà. Il termine free-roaming, in questo capitolo della serie , si rivela più potente che mai. Liberando avamposti avremo la possibilità di visualizzare ulteriori compiti da portare a termine, aumentando così ancor di più le cose da fare. I vari incarichi inoltre si sommano ai collezionabili sparsi in giro per il mondo di gioco.
Più incarichi porteremo a termine positivamente più “gettoni” avremo a nostra disposizione. L’utilità di quest’ultimi gioca a nostro totale vantaggio. I gettoni infatti potranno essere utilizzati per poter “chiamare” in nostro aiuto degli alleati durante le missioni più difficili. Niente male, se contiamo la difficoltà ai livelli più alti di sfida e sopratutto contando i vari nemici che ci si pareranno di fronte: dai nemici corazzati ai cacciatori capaci di aizzare gli animali contro di noi. L’IA risaulta essere buona e variegata. Sfrutta tutto ciò che l’ambiente mette a disposizione e dà filo da torcere. Abbiamo notato solo piccoli difetti ai livelli di difficoltà più alti. Alcuni nemici sembravano essere quasi immuni se dotati, ad esempio di un giubotto anti proiettile.
Il gioco spinge ad un impatto ludico più stealth, ma questo non toglie che possiamo improntare il nostro stile di gioco sull’action. Lo stealth diventa obbligatorio in quelle missioni dove l’essere scoperti implica il game-over istantaneo. Ed è proprio in queste missioni che si palesa un’altro problema: la mancanza di informazioni. La mappa mostrerà la posizione dei nemici, e questo ci darà un grande vantaggio, ma la stessa non mostra gli edifici, mandando di fatto a quel paese quel minimo di strategia che avrebbe, in questi casi, reso tutto dannatamente più elettrizzante.

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A completare il mosaico delle “cose da fare” nell’universo di Far Cry 4 ci pensa la modalità Arena e Shangri-La. La Modalità arena, sbloccabile durante la campagna, è una sorta di orda alla Far Cry. Aiutati dalla Companion App, potremo mettere in piedi ondate composte da animali ma anche da soldati. E questo potrà essere messo in atto dai nostri amici o dalla comunità stessa.
Diversamente invece, Shangri La, rappresenta una modalità composta da 4 missioni singole di difficoltà crescente. Vestiremo i panni di un fantomatico eroe del Kyrat dotato di arco e frecce. Queste missioni hanno come unico scopo quello di far suonare delle campane. Tutto questo proiettati in un’altra realta, e tutto questo tramite dei punti ben definiti non pienamente visibili sull’area di gioco. Contro i nemici (demoni per lo più) presenti in questa “realtà” avremo a disposizione persino una tigre, che verrà in soccorso contro i nemici più difficili e ostinati.

Tutti insieme appassionatamente

Negli ultimi anni, il multiplayer nei giochi tripla A è stato confezionato con il solo scopo di poterne certificare la presenza, più che la sua bontà.
Con Far Cry 4, per fortuna, questa insana abitudine sembra non essersi palesata. Il comparto in questione infatti, pur non vantando una varietà certosina, presenta tutte le carte in regola per essere giocato per molto tempo.
Potremo scegliere la nostra fazione tra Rakshasa (i cacciatori) e Sentiero D’Oro. Se quest’ultimi possiedono un’arsenale da terza guerra mondiale a disposizione (tra bocche di fuoco e mezzi con cui muoversi) anche i cacciatori hanno dalla loro un’arsenale non indifferente tra frecce, possibilità di cavalcare enormi pachidermi ed evocare bestiole del calibro di lupi, aquile e ghepardi. Potrebbe sembrare di primo acchitto uno scontro impari, ma non lo è affatto. Contando sopratutto sul fattore stealth che i Rakshasa hanno, e sui vari potenziamenti sbloccabili per ognuna delle due fazioni. Insomma, due stili differenti pronti a fare faville.
Le mappe sono davvero giganti. Esse rappresentano una “piccola” porzione di mondo già visto nella campagna. A volte ci ritroveremo a vagare apparentemente senza l’ombra di un nemico nei dintorni, questo perchè la vastità delle mappe di gioco è davvero importante, e muoversi con una jeep o a bordo di un Elefante sarà il modo migliore per andare nel fulcro dello scontro. Questo però lascia al giocatore la possibilità di tendere agguati nella boscaglia, o adottare strategia sempre diverse.
Le tre varianti che compongono questa modalità sono le seguenti:

  • Avamposto : Dovremo assaltare/difendere una determinata zona.
  • Maschera del Demone: Il nostro obbiettivo è trovare la Maschera del Demone , e portarla nella propria base.
  • Propaganda : Bisognerà innescare/disinnescare delle bombe sparse per la mappa.

E la carrozzeria della Jeep?

La versione testata da noi è quella old-gen per Xbox 360.
Nonostante la cara Xbox 360 abbia sul groppone quasi 10 anni di attività, riesce a mantenere un livello tecnico qualitativo davvero buono. È ovvio che non ci si potrebbe aspettare la medesima pulizia grafica che vantano le console della current-gen (Xbox One e Ps4), ma siamo rimasti davvero sorpresi nell’apprezzare il livello di ottimizzazzione effettuato da Ubisoft su questa console. Le texture sono di ottima fattura, anche se in alcune occasioni altalenanti in termini di qualità. Kyrat risulta essere visivamente spettacolare, restituendo stupore e incredulità su certi paesaggi. Tanto da non capire se siamo su current od old-gen.
Il campo visivo risulta essere ampio, ma visti i limiti tecnici della macchina su cui gira molto spesso capita di assistere a vistosi cali di frame-rate durante le fasi più concitate e il girovagare tra gli ambienti di gioco. Alti e bassi per la vegetazione, a tratti davvero indecente.
Suggestivo invece il ciclo giorno/notte, capace di evocare scorci e sensazioni davvero unici. Tutto questo però non mina assolutamente il titolo che, su questa piattaforma, ha del miracoloso vista la miriade di cose incluse al suo interno. Segno di come gli sviluppatori sappiano ormai come sfruttare appieno le capacità della macchina.
Buona la varia effettistica particellare, i riflessi e la fattura tecnica generale del titolo. Buono il sonoro generale, con effetistica di rilievo, una colonna sonora davvero stupenda e un pathos relativo alla recitazione dei personaggi di ottimo rilievo.