Recensione Gears of War 3

Il 20 Settembre 2011 è finalmente uscito nei negozi il capitolo conclusivo di una delle più prestigiose esclusive Xbox360: sto parlando di Gears of War 3.
Gears of War 3 è, come i precedenti, un Third Person Shooter ovvero uno sparatutto in terza persona, ed è stato sviluppato da Epic Games.

 

Fratelli fino alla Fine.
[Chi non ha giocato i capitoli precedenti a Gears of War 3 e ha intenzione di farlo deve saltare questo paragrafo poiché contiene spoiler].
In Gears of War 2 eravamo rimasti con i COG, che, guidati da Marcus Fenix, erano riusciti a inondare i tunnel delle locuste sacrificando Jacinto.
Il gioco comincia 18 mesi dopo. In questo periodo per motivi sconosciuti, il presidente COG Prescott scompare, e il COG, senza un leader, si scioglie. Tuttavia i Gears non vogliono accettare una sconfitta e decidono di separarsi per occupare più zone. Il colonnello Hoffman accompagna i sopravvissuti a Anvil Gate, mentre la squadra Delta vivono a bordo di una nave: la CNG Sorveign.
La trama del gioco inizia qui, dove vedremo il ritorno delle locuste, che sono sopravvissute all’inondazione, e degli splendenti, le locuste contaminate dall’Imulsion.
Per tutta la sua durata (di circa 10 ore), la trama non delude mai, mantenendo un ritmo sempre incalzante e pieno di colpi di scena fino allo stupendo epilogo che segnerà la fine della guerra e della serie.

Vermi in altissima definizione.
Il motore grafico, realizzato con l’ultima versione dell’Unreal Engine 3 di Epic, spinge l’Xbox360 ai massimi livelli. La grafica, per avere un termine di paragone, non ha nulla da invidiare a giochi come Uncharted, riuscendo a gestire alla grande l’enorme mole di poligoni che formano gli oggetti. Le textures sono di altissima qualità, senza quel fastidiosissimo effetto pop-up delle textures che si nota in tutti gli Assassin’s Creed.
Anche gli enormi scenari sono bellissimi da guardare, oltre ad essere in parte distruttibili, cosa che conferisce al giocatore una migliore immedesimazione nel gioco.

 

Segali a metà o fagli saltare il cervello.
Il Gameplay è rimasto fondamentalmente lo stesso: visuale in terza persona, che passa a quella in prima persona quando si usa il mirino di un arma. Sono presenti nuove armi, come il fucile a doppia canna che ha l’effetto del vecchio Fucile Gnasher (ancora presente) ma potenziato. Inoltre, un’altra arma degna di nota è il Retro Lancer, ovvero un modello vecchio di Lancer (l’arma che caratterizza Gears of War) con una baionetta al posto della motosega e una minore precisione.
La difficoltà a “normale” è abbastanza bassa, riuscendo a completare il gioco senza problemi. I giocatori hardcore, per avere un’esperienza di gioco davvero difficile, dovranno giocare a “folle”, che come in GOW 1 e 2 è la modalità più difficile.

Ammazziamo un po’ di Gears.
La longevità del gioco aumenta grazie alle numerose modalità di gioco: Belva, Orda e Sfida.
La più innovativa è sicuramente Belva, modalità in cui vestiremo i panni delle locuste. Si può giocare sia offline, in “privato”, che con altri giocatori. Comunque sia il nostro obiettivo sarà quello di uccidere Gears e Arenati, utilizzando vari tipi di locuste: dai fastidiosi abietti, fino ai Berserker (che ritornano dal primo Gears) e ai Kantus Corazzati (che fanno parte delle “new entry” delle locuste). Più punti si otterranno durante le varie ondate, più forti saranno le locuste che si potranno usare.
Sorvolando sulla modalità Orda che è rimasta fondamentalmente la stessa, si arriva a “Sfida”, il vero e proprio multiplayer. Sono presenti vari tipi di partite come “Cattura il Leader” o il classico “Deathmatch”. Tuttavia il punto cardine di questa modalità sta nel fatto che ci sono due squadre di cui possiamo fare parte: Gears oppure Locuste, proprio come il team Rosso e quello Blu in Halo.

 

È arrivato il momento dei voti:
Grafica: 9,5
Musiche: 8,5
Gameplay: 10
Longevità: 8,5
Voto: 9,5