Un risveglio brusco, un mal di testa allucinante, la vista offuscata mette a fuoco lentamente l’ambiente ostile che ti circonda, evidenziando un grosso problema che necessita di essere risolto velocemente se non si vuole compromettere il proseguimento della missione, oltre che per riuscire a portare a casa la pelle. Questo non è solo l’inizio di No Man’s Sky, è anche un’accurata metafora dei primi giorni d’uscita del titolo, nei quali il piccolo studio indipendente Hello Games si è trovato a fronteggiare diverse critiche al proprio prodotto. Ora, a qualche settimana dall’uscita del titolo, queste critiche sono ancora fondate?
There’s a starman waiting in the sky
Le premesse di No Man’s Sky non possono che essere più semplici: in seguito all’atteraggio di fortuna su un pianeta a noi sconosciuto, abbiamo riportato diversi danni sia all’astronave che alle nostre attrezzature, i quali ci impediscono di poter continuare il nostro viaggio. Nel breve tutorial iniziare, ci verrà spiegato come raccogliere le risorse essenziali attraverso il nostro Multi-Tool, il quale possiede anche un pratico raggio minerario. Con le risorse ottenute dall’ambiente intorno a noi, dovremo costruirci le componenti mancanti in modo da poter riparare la nostra astronave: il crafting sarà infatti il pane quotidiano della nostra avventura, visto che (grazie ai progetti che troveremo sparsi per i pianeti) potremmo costruire nuove componenti e personalizzare le nostre attrezzature.
Riparare l’astronave per continuare il viaggio, ma esattamente dove siamo diretti? Verso altri pianeti del sistema in cui ci troviamo, almeno inizialmente, in modo da poter costruire un motore a curvatura che ci permetta di effettuare viaggi intergalattici. Dopo le prime ore di gioco, però, questo viaggiare senza meta non ci soddisferà più e inizieremo a domandarci quale sia la nostra destinazione ultima: il computer di bordo ha preimpostata una rotta verso il centro della galassia, un viaggio praticamente interminabile (e molto probabilmente suicida), ma presto ci verrà proposta una rotta alternativa, seguendo il richiamo “dell’Atlante”, una non ben precisata tecnologia aliena e antica che ci permette di apprendere linguaggi a noi sconosciuti.
Viaggiare non sarà la nostra unica preoccupazione: sarà necessario ricaricare il nostro equipaggiamento per poter sopravvivere (soprattutto nei paesi più estremi) e armarsi adeguatamente per poter fronteggiare le minacce che troveremo sul nostro cammino (quasi sempre rappresentate dalle “sentinelle”). Conoscere profondamente le lingue aliene ci faciliterà la comprensione degli enigmi che incontreremo sul nostro cammino, i quali ci mostreranno luoghi interessanti sul pianeta, così come avere una buona reputazione verso una determinata razza aliena ci aiuterà nel commercio con i suoi rappresentanti. Potremo raccimolare il denaro necessario per comprare astronavi o multi-tools nuovi vendendo risorse a prezzi convenienti, oppure caricando nel database galattico (condiviso da tutti i giocatori) le nostre nuove scoperte in fatto di flora e fauna.
A billion miles away…
Le premesse di No Man’s Sky sono promettenti: sul piano teorico l’algoritmo di gioco ci permette di affrontare un viaggio attraverso 14 trilioni di pianeti visitabili, tutti creati proceduralmente, ognuno unico e differente dagli altri, ma a volte ciò che sembra una buona promessa si rivela essere solo fumo quando si passa ai fatti. Al posto dei rigogliosi pianeti ricchi di creature aliene mostrati nel trailer E3 di qualche anno fa spesso ci si ritrova in pianeti desertici e vuoti, nei quali ci si ferma solo per visitare i luoghi più importanti in cerca di qualche tecnologia rara per poi ripartire. Certo, la vastità del titolo è indiscutibile (basti pensare che non è nemmeno richiesto di concludere il viaggio per poter ottenere tutti i trofei del titolo) ma il rischio di cadere nella monotonia dopo qualche ora di gioco è alto, anche a causa di un comparto tecnico non all’altezza degli standard proposti da altri titoli: scenari in bassa risoluzione, spawn improvviso di rocce e altri elementi dello scenario anche a pochi metri dal giocatore e qualche piccolo bug potrebbero invogliare i giocatori più certosini a riporre il titolo negli scaffali anzitempo.
Il giocatore occasionale non troverà in No Man’s Sky un piacevole passatempo, ma un videogiocatore paziente scoprirà col tempo una celata profondità che fa del lato ruolistico del titolo il suo forte, creando un’atmosfera suggestiva attraverso le brevi descrizioni di manufatti alieni.
Pro
|
Contro
|
No Man’s Sky (PS4) su Amazon:[easyazon_link identifier=”B01BVEEMBQ” locale=”IT” tag=”respawnit-21″]LINK[/easyazon_link]