Recensione One Piece Pirate Warriors 3

Diciamoci la verità, il vastissimo mondo degli anime e manga stile giapponese ha invaso ormai da anni il nostro caro mercato videoludico. Quasi sempre grazie alla nota casa di Namco Bandai che da un decennio riesce a portare costantemente sul mercato videoludico delle autentiche colonne portanti del mondo manga, quali Naruto, le Strabilianti Avventure di Jojo o il corale J-Stars, per non parlare degli enormi successi dei titoli tratti dall’amatissimo mondo di Dragon Ball e One Piece. La serie videoludica di One Piece, in particolare, ha una tradizione vetusta, in quanto approdata su Gamecube e Gameboy Color già nel 2002 (le origini del manga sono invece del 1997). Dato il successo che la serie ha avuto, specialmente negli ultimi anni, rivelandosi come un picchiaduro molto frenetico e al contempo molto divertente, Namco Bandai Games ha deciso di pubblicare un titolo della serie quasi a cadenza annuale. Dopo l’uscita del musou One Piece: Pirate Warriors 2, che non fece esaltare la critica ma si accaparrò una notevole fetta di pubblico a suo favore, a distanza di due anni esatti esce il terzo capitolo della saga Pirate Warriors.

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One Piece: Pirate Warriors 3 segue passo passo la storia del manga, a cominciare da Monkey D. Rufy che mangia il frutto del diavolo e parte alla ricerca del One Piece di Gol D. Roger, fino al ciclo Dressrosa, di cui però il titolo propone un finale alternativo. La campagna, intitolata Il Diario della Leggenda, è divisa in livelli, i classici livelli muosu stile-Dinasty Warriors (ci torneremo dopo). Prima e dopo ogni livello, la trama proseguirà con filmati in CGI di ottima fattura, e in alcuni casi assisteremo a dialoghi tra personaggi e cambi di programma direttamente in-game, grazie a dei leggermente invadenti HUD (un difetto che si trascina dietro immutato dal genere cui appartiene). Sebbene in alcuni passaggi la trama si sbrighi un po’ velocemente (ed alcune sottotrame vengano ignorate), è encomiabile il lavoro svolto dagli Omega Force nel raccontare la storia di One Piece, e crediamo che, almeno sotto questo punto di vista, i fan non abbiano assolutamente nulla di cui lamentarsi.

Il gameplay, come già detto, è in pieno stile Dinasty Warriors (come d’altronde anche Pirate Warriors 2). I livelli si articolano in enormi mappe popolate da centinaia (probabilmente si sfiora il migliaio) di nemici. Il nostro personaggio dovrà menare le mani contro decine e decine di questi cloni (i nemici sono praticamente tutti uguali!) contemporaneamente, sfruttando combo e mosse speciali per raggiungere più velocemente il suo obiettivo (che può essere ripulire la zona, raggiungere un determinato luogo, o sconfiggere un tot di nemici). Interessante la feature che permette di utilizzare attacchi combinati in combo con i nostri alleati, chiamata Kizuna Rush, ed utilizzabile una volta riempita la barra Kizuna (per riempirla bisognerà far intervenire brevemente i nostri alleati al termine di una combo premendo uno specifico tasto). I personaggi possono aumentare di livello (migliorando le loro caratteristiche) raccogliendo le monete lasciate da boss e nemici.

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Sono presenti anche le modalità Diario Libero (che permette di giocare livelli della campagna a scelta, con personaggi a piacere), e Diario dei Sogni che crea randomicamente un nuovo livello, imponendovi scenario, alleati e boss, terminato il quale bisognerà affrontarne un altro, a difficoltà crescente, e così via.

Dal punto di vista tecnico, il gioco fa impressione per la quantità di personaggi visibili a schermo. Ciò che delude è però la varietà dei nemici (come sopra, sono praticamente tutti cloni, anche a livello di abilità), ed una resa grafica non pienamente da current-gen. Il cel-shading fa sì il suo lavoro, consegnandoci un titolo dall’aspetto molto simile all’anime, ma è accompagnato da modelli poligonali non eccessivamente dettagliati, e da ambienti che non sono scarni, ma non propongono un impatto visibile soddisfacente. Discorso a parte per il comparto sonoro: il doppiaggio è ottimo, sebbene esclusivamente in giapponese (ci sono comunque i sottotitoli in italiano) e la colonna sonora rispecchia quella dell’anime: difficle rimanere delusi.
Per quanto concerne il livello di diffcoltà, si mantiene costantemente alquanto basso (ancora una volta colpa del genere musou). Non per questo però la longevità del gioco ne risente: ci vorranno 10-13 ore solo per portare a termine i 22 livelli della modalità Il Diario della Leggenda. Da segnalare anche una modalità online della campagna, che permette di giocare in co-op con amici o sconosciuti.

Pro

  • Quantità di contenuti impressionante
  • Centinaia di personaggi a schermo
  • Longevità soddisfacente
Contro

  • Il comparto tecnico non convince a pieno
  • Il gameplay presenta tutti i classici difetti dei musou
  • Difficoltà forse un po’ bassa