Il personaggio di Venom sembra essere particolarmente sfortunato al cinema. Il primo adattamento in live action del personaggio arrivò nel 2007, come villain di Spider-Man nell’ultimo capitolo della trilogia diretta da Sam Raimi. Un capitolo che è universalmente considerato come l’anello debole di una trilogia altrimenti ottima, e in cui Venom rappresenta probabilmente il problema principale, trattandosi di un personaggio scritto male e poco fedele al materiale cartaceo.

Sony ci ha riprovato poi nel 2018, con un capitolo stand alone sicuramente più fedele al personaggio, ma nondimeno affossato dalle lamentele di molti nei riguardi dell’umorismo molto preponderante nella pellicola. Ma se è indubbio che Venom sia un personaggio mostruoso che ben si adatta alle tinte horror, è pur vero che anche nei fumetti, l’alter ego di Eddie Brock ha sempre fatto battute tra una scorpacciata di cervelli e l’altra.

I veri problemi del primo Venom sono essenzialmente due: il dover sottostare alle regole del PG13, che impediscono di mostrare contenuti troppo violenti nella pellicola, e l’evidente assenza di Spider-Man, personaggio fondamentale per le origini di Venom. Come saprete, Sony detiene sì i diritti cinematografici legati all’arrampicamuri, ma al momento è in atto un accordo di co-gestione con Marvel-Disney che ha permesso all’Uomo Ragno di entrare nel Marvel Cinematic Universe, l’universo degli Avengers e soci.

Senza Spider-Man, Venom ha dovuto avere una storia di origini quasi completamente originale, ma che in realtà di originale aveva ben poco: si trattava alla fine del classico conflitto tra l’eroe ed una sua versione più grossa e cattiva.

Ma il film è andato bene al botteghino, quindi eccoci qui, 3 anni più tardi, a parlare del suo sequel: Venom – La Furia di Carnage, diretto da Andy Serkis, che vede nuovamente Tom Hardy nei panni di Eddie Brock e del suo simbionte.

Ci dispiace constatare che i problemi del primo film siano però stati riprodotti anche nel suo sequel. Come il titolo lascia intuire, in questo film la minaccia è rappresentata da Carnage, simbionte figlio di Venom che, nei fumetti, è un’assoluta mina vagante, protagonista di stragi efferate e violentissime. Ma Venom – La Furia di Carnage si pone nuovamente come film PG13, adatto ad un pubblico di ragazzi, quindi nonostante ci sia la volontà da parte di Sony di raccontare un personaggio folle e violento, ci ritroviamo in realtà a non vedere mai neanche una goccia di sangue. Tutte le azioni più brutali compiute dal rosso simbionte avvengono off-screen e a dir la verità, forse è più inquietante la sua controparte umana. Perché Cletus Kasady, l’alter ego di Carnage, è interpretato dall’ottimo caratterista Woody Harrelson, che qui non sarà all’interpretazione della sua carriera, ma riesce a rendere bene l’idea di un killer pazzo e maniacale. Purtroppo quando veste i panni di Carnage sembra però di vedere nuovamente il film precedente: Venom che combatte contro la sua versione più grossa e cattiva.

Per il resto, i temi che il film vuole andare a toccare sono anche originali. Il rapporto tra Eddie e Venom è rappresentato come quello di un marito con sua moglie. Troviamo i due a inizio film nel bel mezzo di quella che è a tutti gli effetti una crisi coniugale, e il loro percorso nella storia non è altro che una vera e propria terapia di coppia. Lodevole anche la volontà di fare un parallelismo tra il rapporto tormentato tra Eddie e Venom, e quello appena iniziato tra Kasady e Carnage, senza dimenticare il rapporto tra quest’ultimo e la sua amante, Shriek, interpretata da Naomi Harris.

Questo, seppur sia un personaggio chiave della storia, è sicuramente sottoutilizzato. Shriek è una mutante con poteri sonici, poteri che tra l’altro sono una delle pochissime debolezze dei simbionti. Gli sceneggiatori si sono quindi trovati di fronte alla necessità di inserire un personaggio abbastanza importante per la storia di Carnage, senza poter sfruttare a pieno i suoi poteri.

C’è poi il problema della durata. Con un runtime di soli 90 minuti, ci troviamo di fronte ad uno dei film più corti del suo genere. Ma non è una durata che arriva come conseguenza della sceneggiatura: ci troviamo di fronte ad una pellicola ricca di eventi, che però si susseguono velocissimi, senza un attimo di tregua.

Non ci troviamo quindi di fronte ad un capolavoro, seppur non sarebbe giusto bocciarlo senza riserve. Venom – La Furia di Carnage, è un film con parecchi problemi, ma anche con qualche giusta intuizione. Il design dei simbionti è eccellente, e la CGI è solida. La regia di Serkis è praticamente invisibile, ma tecnicamente corretta. Sicuramente è un film che gioverebbe di una extended cut per spiegare alcuni passaggi non proprio chiarissimi, ma anche per mostrare tutta la violenza che il PG13 non ammette in sala.

La post-credit non lascia troppi dubbi. Senza fare spoiler, possiamo dire che Venom tornerà, e ha già bene in mente il suo prossimo obiettivo. Speriamo che col terzo tentativo Sony riesca a risolvere le criticità che hanno afflitto i primi due capitoli.